I TESORI DELL’ARCHEOLOGIA

Terme romane di Velia: risorge il “frigidarium”

Presto si potrà ammirare lo splendido pavimento mosaicato

Hanno preso il via i lavori di restauro del complesso delle terme romane che si trovano nel quartiere meridionale dell’antica città di Elea-Velia. I lavori finanziati con i fondi Pon Cultura e Sviluppo 2014/2020 e inseriti nell’ambito del progetto di valorizzazione del Parco archeologico “Velia città delle acque” hanno un duplice obiettivo: consolidare la struttura muraria e rendere finalmente fruibile all’occhio dei visitatori il pavimento mosaicato posto nel “frigidarium” che versava in pessime condizioni poiché la base d’appoggio della struttura era stata deformata a causa dell’idrogeologia del territorio che l’aveva resa sconnessa tanto da portare anche al distacco di alcune tessere che verranno ora rimesse nella loro originaria posizione.

E d’altronde le terme adrianee, risalenti al II secolo d. C., sono uno dei punti di attrazione insieme a Porta Rosa degli scavi nell’area cilentana: in particolare il mosaico è pronto a diventare protagonista visto anche il disegno che presenta tessere bianche e nere raffiguranti animali e mostri marini. Il progetto di restauro del mosaico, delle strutture murarie e degli ambienti termali è frutto della collaborazione tra il Parco Archeologico di Paestum e Velia, il Segretariato Regionale Campania e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino e vede come responsabile del procedimento l’architetto Giacomo Franzese, mentre il direttore dei lavori è l’architetto Luigi di Muccio. Mentre i lavori sono attentamente seguiti anche dai funzionari e dai tecnici in servizio presso il parco archeologico di Paestum.

Nelle scorse settimane il responsabile del Parco Archeologico di Elea-Velia, Francesco Uliano Scelza, a “la Città” aveva anticipato l’inizio dei lavori: «Si tratta di un intervento che verrà concretizzato a giorni e che prevede naturalmente pure uno specifico lavoro di recupero del mosaico che essendo materia viva deve essere tutelato con un’operazione più profonda: una logica, quella dei mega interventi, che verrà superata attraverso una nuova organizzazione di cura quotidiana dei beni». Velia e non solo perché i restauratori sono impegnati anche a Paestum per la manutenzione periodica delle metope del tempio di Mens Bona (“la mente buona”, “il buon ricordo”), costruito nei primi decenni del II secolo a. C. nell’area del foro, in seguito alla conquista della città di Paestum da parte dei romani. Dopo il primo intervento di restauro realizzato nel 2020, questi elementi architettonici, esposti nel giardino del Museo, sono periodicamente monitorati per preservarne lo stato di conservazione.

L’operazione prevede la pulitura delle superfici lapidee e consiste in: eliminazione meccanica con l’utilizzo di piccoli attrezzi dei depositi coerenti e incoerenti e rimozione meccanica di vegetazione infestante e muschi. Nei casi di presenza di fenomeni di disgregazione, distacco e mancanza verranno effettuati interventi di consolidamento con applicazione di prodotto riaggregante, riadesione delle porzioni distaccate o pericolanti con collanti adeguati e, infine, integrazioni materiche con stuccature e microstuccature per impedire la prosecuzione dei fenomeni di degrado. È prevista la realizzazione di una struttura in acciaio nel piazzale laterale del Museo, per esporre le metope restaurate. Verrà inoltre creata una struttura di sostegno per un pannello didattico esplicativo per far comprendere ai visitatori la storia, la provenienza e la collocazione architettonica delle metope.