Mostra a Scafati

Storie di partigiani che escono fuori dagli archivi di famiglia

Un grande pannello di legno dipinto, per quattro metri di lunghezza, mostra “Il riposo del partigiano”. La ha realizzato il professore Giorgio Simeoli con i suoi alunni della scuola media Falco di...

Un grande pannello di legno dipinto, per quattro metri di lunghezza, mostra “Il riposo del partigiano”. La ha realizzato il professore Giorgio Simeoli con i suoi alunni della scuola media Falco di Scafati. La figura del combattente è tratteggiata a china su oltre cento fogli di giornale, come a sottolineare che la storia d’inchiostro si fa con la storia di ogni vita immolata per la libertà. Altrettanti giornali ci sono voluti per “la donna della Resistenza”, opera che intende sottolineare come si parli molto poco delle “partigiane”, ovvero di quelle figure femminile che lasciarono la casa e la famiglia per imbracciare il mitra e unirsi ai combattenti. Sono soltanto due esempi del vasto materiale in mostra oggi presso il Real Polverificio Borbonico di Scafati, nell’ambito della mostra “Verso la libertà, le opere e i giorni”, organizzata dalla sezione scafatese dell’Associazione nazionale partigiani, insieme con la sezione Libera “Nicola Nappo” e le scuole secondarie di primo e secondo grado di Scafati. Nelle stanze dell’antico edificio borbonico è possibile prendere visione di materiali originali e spesso inediti: pannelli, fotografie, lettere e diari che raccontano di quella storia minuta che entra nei portoni e costruisce dalla base la grande storia.
Si scopre, per esempio, la commovente lettera di un reduce dalla Ritirata di Russia. Un alunno della scuola media “Martiri d’Ungheria” l’ha recuperata dagli archivi di famiglia. E’ il suo bisnonno, Aniello Senatore, cui per il grande freddo furono asportate le dita di un piede. Nella missiva autografa racconta la lotta per la sopravvivenza tra la neve e il vento gelido delle steppe russe. Altro fronte altra vicenda per Alfredo Cavallaro di Scafati che combatté in Grecia, Libia e Albania, per poi essere catturato dai tedeschi e tenuto prigioniero nel campo di concentramento di Dullah. «Una mostra che offre tantissimi approfondimenti e attinge al prezioso patrimonio orale, nonché agli archivi familiari - spiega Alfonso Annunziata, presidente dell’Anpi di Scafati - una parte della mostra oggi sarà portata in piazza Vittorio Veneto a Scafati e nel pomeriggio compiremo una passeggiata della memoria nei luoghi dove fu combattuta la Battaglia di Scafati». Quest’ultima, avvenuta il 28 settembre del 1943, è il primo esempio di Resistenza al Sud, con cui «un nucleo di partigiani scafatesi - ricorda Annunziata - impedì alle truppe nazifasciste, in ritirata verso nord, di far saltare il ponte sul fiume Sarno. La distruzione dell’unico ponte, che creava un imbuto, avrebbe infatti facilitato la ritirata dei tedeschi e ritardato l’avanzata degli alleati, sbarcati il 9 settembre a Salerno».
Per questi ed altri episodi di Resistenza, Scafati è stata insignita della Croce al valor militare e della medaglia d’oro per la Resistenza. La sezione dell’Anpi di Scafati è intitolata a Bernardino Fienga, medico e antifascista che combatté per la libertà in Campania, fu imprigionato e fece parte del fronte popolare che si oppose a Franco in Spagna. Sono circa mille gli studenti coinvolti nel progetto dell’Anpi, con la partecipazione del Liceoscientifico Renato Caccioppoli, dell’Istituto paritario Einaudi e dell’Istituto tecnico industriale Antonio Pacinotti; nonché delle scuole medie inferiori Tommaso Anardi, Samuele Falco e Martiri d’Ungheria. All’inaugurazione ha preso parte anche il presidente regionale dell’Anpi, Luca Marino.
Paolo Romano
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