IL LIBRO di francesca cutino

Storie di giovani madri che nascono insieme ai loro bambini

di LUIGI NOVI “È nata una vita, ma soprattutto è nata una mamma. Una mamma che cresce con suo figlio e impara da lui per insegnare”. Non è vero che a nascere sono solamente i figli. Nascono anche le...

di LUIGI NOVI

“È nata una vita, ma soprattutto è nata una mamma. Una mamma che cresce con suo figlio e impara da lui per insegnare”. Non è vero che a nascere sono solamente i figli. Nascono anche le madri. E’ questo il significato profondo del libro di Francesca Cutino, di Scafati, “28 giorni – Storie di madri” (Albatros Edizioni, pagg. 114, 13 euro), una raccolta di avventure ispirate da storie reali di vita vissuta, di mamme che hanno scelto la condivisione alla reticenza, ascoltate per caso, durante una visita dal ginecologo o al mare, sotto l’ombrellone. È un libro di cuore, che accarezza il cuore di chi ha provato la gioia immensa di essere madre, con tutto il proprio amore e la voglia di raccontarsi. Una serie di racconti struggenti ed appassionati, capaci di far entrare il lettore nella mente di tante madri, condividendone gioie, ansie, paure e felicità. «Dura circa 28 giorni il ciclo ovulatorio di una donna ed è sulla base di calcoli matematici che tante coppie pianificano la nascita di un figlio – ha dichiarato l’autrice - Parte proprio da questi “conteggi” il concepimento e lo straordinario viaggio nella maternità descritto da quest’opera, la quale racconta delle tante sfaccettature dell’essere madre, dalle angosce alle gioie, passando per le più profonde emozioni. È questo un universo sempre diverso, dove è possibile esplorare sentimenti unici, paure, sacrifici. L’istinto materno è qualcosa che nasce da subito e rivoluziona nel giro di un secondo la vita di una donna; non c’è niente – salvo rare eccezioni – che possa riempire, appagare, stravolgere la vita e la testa di una donna più della maternità, che sia essa sofferta, come nel caso di un parto prematuro, o che sia un miracolo, dopo una disgrazia quale è l’aborto. Una mamma è anche colei che nei momenti tragici della vita è pronta a rialzarsi con tutte le sue forze per proteggere i propri figli, la donna che decide di portare avanti una gravidanza scomoda, frutto di un amore sbagliato oppure che lascia libero suo figlio di scegliere pur di aiutarlo a crescere». Francesca Cutino, classe 1984, giornalista pubblicista, sin da piccola ha maturato una grande passione per la scrittura, ottenendo, a soli 12 anni, il Primo Premio del Concorso Letterario Nazionale “Un giallo per la scuola”, indetto dal Comune di Ferrara. «L’idea di scrivere questo libro – ha precisato – nasce dalla mia travagliata gravidanza gemellare, nel corso della quale, ho dovuto trascorrere molto tempo a letto, a causa di un distacco di placenta. E’ in quel frangente, in un momento molto particolare per me, che ho potuto concentrarmi sulle emozioni più profonde della maternità». Un interessante viaggio nella mente delle mamme, nelle loro angosce, nelle loro più profonde emozioni. «Alcune storie le ho ascoltate dal ginecologo – ha sottolineato l’autrice – altre al mare, altri sono veri e propri fatti di cronaca, che ho voluto raccontare da un altro punto di vista, non giornalistico, ma narrativo ed emozionale. La prima storia è la mia storia, quella di una donna che vuole diventare madre. con tutto il cuore e alla fine ci riesce. Il percorso, però, non è stato facile e ha dei risvolti infelici. Il lieto fine, però, è assicurato». E ancora: «La maggior parte delle donne, ad un certo punto della propria vita, aspira a diventare mamma, sente il bisogno fisico e intimo, assolutamente naturale, di dare alla luce un bambino, frutto di un rapporto a due d’amore e di condivisione. Se questo non avviene, dopo i primi tentativi, inizia il tormento e i 28 giorni di cui parlavo prima si trasformano in un inferno, in un’attesa snervante, lacerante, in cui si contano i secondi, i minuti e le ore fino a farli dilatare e raddoppiare. Le notti trascorrono insonni e di giorno la concentrazione è azzerata, anche a lavoro, dove si dovrebbe dare il massimo. Ogni film, ogni canzone, ogni momento sembra parlare della nostra incapacità di procreare, mentre è solo l’insoddisfazione e la frustrazione di noi donne che cresce e ci invade. 28 giorni non sono tanti, ma per qualcuno possono diventare davvero lunghi, interminabili e fonte di delusione. Ma è proprio nel tormento e nell’attesa, che noi donne troviamo la forza di ricominciare a credere, di rimetterci in gioco, di sperare con tutte le nostre energie». Il libro è stato presentato presso la biblioteca “Morlicchio” di Scafati.

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