Servillo legge Napoli Al De Berardinis una serata speciale

A Vallo della Lucania l’attore sul palco per beneficenza Il ricavato sarà devoluto all’Istituto nazionale dei tumori

VALLO DELLA LUCANIA. Mille anime e altrettante contraddizioni compongono, come in un puzzle, il ritratto di una città che è un mondo a sé: “Toni Servillo legge Napoli” andrà in scena, stasera (ore 21) sul palco del teatro comunale “Leo de Berardinis” a Vallo della Lucania, per un evento di beneficenza in favore dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano. L’attore tra i nostri più apprezzati della cinematografia internazionale, tornerà sul luogo a lui caro in cui è nato e si è formato, il palcoscenico, per affermare l’identità più viva e pulsante della città partenopea nella letteratura dei suoi cantori più conosciuti. Napoli, in tutta la sua profonda vivacità contaminata dal malessere, prenderà vita nella voce di Toni Servillo che condurrà la platea lungo le tappe di un percorso nel ventre della città per fuggire dai luoghi comuni più obsoleti sulla napoletanità, senza rinunciare al contempo ad una forte, profonda identità testimoniata da quattro secoli di letteratura e musica. Da “Lassammo Fa’ Dio” di Salvatore Di Giacomo a brani di Eduardo e Ferdinando Russo, Servillo ci pone il suo omaggio alla cultura partenopea che è anche la descrizione di una realtà divisa fra l’estrema vitalità e un atavico disagio, una città di cui la lingua è il più antico segno, sedimentatosi nei secoli e modellato dalle contaminazioni.
Una lingua viva nel tempo, materna ed esperienziale, che fa diventare le battute espressione, gesto, corpo. Insieme alle icone sacre del Novecento napoletano, tra cui ad esempio “De Pretore Vincenzo” di Eduardo De Filippo, due liriche di Ferdinando Russo, “A Madonna d’ ’e mandarine” e “’E sfogliatelle” e la sempre attuale “Fravecature” di Raffaele Viviani. Ci sarà spazio, nel repertorio, anche per l’invettiva racchiusa ne “A sciaveca” di Mimmo Borrelli, e non mancheranno incursioni nel linguaggio contemporaneo di “Litoranea” di Enzo Moscato, sagace e amara considerazione sul degrado di Napoli, con cui, nel 1991, si concludeva “Rasoi”, spettacolo di Teatri Uniti diretto da Mario Martone e dallo stesso Servillo.
E ancora, in scaletta; le inedite “’O vecchio sott’ ’o ponte” di Maurizio De Giovanni, in cui è custodito il disumano dolore per la perdita di un figlio, e “Sogno napoletano” di Giuseppe Montesano, in cui, dichiarata la dimensione onirica, l’apocalisse cede il passo a un’invocata rinascita collettiva. L’evento, promosso dalla rassegna VeliaTeatro, acquista poi un carattere simbolico ancor più particolare se si considera che l’iniziativa si svolge nel teatro dedicato a uno dei maestri di Servillo, Leo de Berardinis. Il ricavato dello spettacolo sarà devoluto alla Fondazione Irccs di Milano. Costo del biglietto: 20 euro.
Alessandra De Vita
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