L’INTERVISTA

Scaparro: «Ora Salerno ha bisogno di un Festival»

Il noto regista e critico da domani al Delle Arti per la tre giorni di “Cinema è Teatro”

SALERNO. Quando Maurizio Scaparro ebbe l’intuizione di riprendere un soggetto inedito di Roberto Rossellini, per farne uno spaccato generazionale e partorire la singolare opera de “L’ultimo Pulcinella” con l’interpretazione di Massimo Ranieri e la scrittura scenica del “salernitano” Diego De Silva, l’idea di coniugare teatro e cinema risultava essere il cuore pulsante del progetto. Il dialogo sui diversi linguaggi di rappresentazione è lo stesso motore della tre giorni – domani, 24, 25 novembre – che si terrà al “delle Arti” di Salerno e che vedrà protagonista proprio il grande regista e critico teatrale, Maurizio Scaparro. “Cinema è Teatro”, il titolo della manifestazione, che porrà una riflessione su quanto il cinema ha espresso ispirandosi al teatro e tutto quanto il teatro ha realizzato utilizzando il linguaggio cinematografico. Emblematica la scelta, come location, del teatro delle Arti diretto da Claudio Tortora. Un’iniziativa che anticipa l’idea che il Cos (Consorzio Operatori dello Spettacolo), intende proseguire avvicinando i due mondi e che farebbe da volano per un ambizioso progetto nel 2016 legato alla nascita, a Salerno, di un Festival Internazionale. All'interno della tre giorni verranno messe a confronto alcune significative esperienze di questo rapporto. D’altronde, lo stesso Scaparro nella sua lunga carriera è riuscito ad attraversare i confini liminali di diversi mondi, cimentandosi nella regia cinematografica, nel teatro (La Venexiana, Memorie di Adriano), nella prosa televisiva (Don Chisciotte). «Ho scelto Salerno per questa manifestazione per motivi sentimentali - spiega Scaparro - Circa dieci anni fa, qui ci fu un incontro per affrontare il rapporto cinema-teatro. Io sono un uomo di teatro però esiste un rapporto strettissimo fin dal cinema muto tra queste due realtà. Il cinema non ci sarebbe se non ci fosse stato il teatro muto. Le cose che ho fatto vanno tutte in questa direzione come Amerika, le Memoires di Goldoni, il Pulcinella con Ranieri. Adesso hanno anche scritto un volume dall’Università di Barcellona sul mio film del Don Chisciotte». In particolare, forte resta il rapporto tra il maestro Scaparro e la cultura partenopea. «Credo che il teatro sia quello che nasce a Venezia e Napoli. Il teatro napoletano ha avuto per molti anni sussulti di vitalità evidente. Parliamo di Martone, Santanelli. Anche qui a Salerno ci sono forze vive come l’università o progetti come Linea d’ombra. Salerno è molto cambiata come città negli ultimi anni. Una città che ha bisogno di mostrare il fare, nuovi progetti, magari appunto un Festival internazionale. Che ha bisogno di valorizzare ciò che di bello ha in casa, come la straordinaria figura di Elvira Notari, prima donna regista in Italia e autrice di opere dai contenuti di alto valore». E sulla crisi del teatro, Scaparro ribalta il punto di vista. «Penso che in questo delicato momento storico, il cinema sia più in crisi. Il teatro conserva una sua fedeltà di pubblico. Noto semmai che il pubblico forma delle nuove esigenze e nascono piccole sale teatrali per far muovere nuovi momenti di aggregazione e dar voce a nuove realtà. Molte sale cinematografiche chiudono e alcune piccole sale di teatro rinascono».

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