Sartre sul palco del Teatro Genovesi

Un testo del filosofo francese nella rilettura della compagnia “La Terra Smossa”

SALERNO. Oggi, alle 19, terzo spettacolo del festival nazionale “Teatro Xs Città di Salerno”, organizzato dalla compagnia dell’Eclissi. Sul palco del Genovesi salirà la compagnia “La Terra Smossa” di Gravina di Puglia, che porterà in scena “Porta chiusa” di Jean Paul Sartre. La rappresentazione, la cui regia è firmata da Gianni Ricciardelli, è quasi un manifesto dell’impossibilità del rapporto interpersonale. Nell’opera l’inferno non è altro che una semplice stanza in cui Garcin, Estelle e Inès sono destinati a convivere per l’eternità. Nessun giornale, nessun orologio funzionante, nessuna finestra, nessun diversivo, nessun oggetto che possa fungere da arma con cui suicidarsi o eliminare gli altri due, nessun secondino, nessuna tortura. Niente. Solo la compagnia degli altri due, la propria coscienza e la possibilità di vedere, durante i primi tempi, il modo in cui i propri conoscenti ancora in vita reagiscono alla loro morte. Inès é la prima a realizzare che ad infliggere loro una qualche tortura non sarà un demonio o un boia, ma saranno loro stessi a tormentarsi reciprocamente. É anche l’unica a capire perfettamente il motivo per cui si trova lì e ad assumersi le sue responsabilità, sapendo bene di meritarselo. Questa consapevolezza la distingue da Garcin ed Estelle, e in un certo senso la innalza ad un livello diverso, portando gli altri due a chiederle una sorta di perdono, di assoluzione, come se questo potesse graziarli e porre fine al loro soggiorno infernale. Ma lei si rifiuta di stare al gioco, costringendoli invece a fare i conti con le loro azioni e il modo in cui esse sono state percepite dagli altri. Da qui la frase più famosa del dramma “L’enfer, c’est les autres” (L’inferno sono gli altri), da intendersi non come un inno alla misantropia, ma piuttosto come l’amara constatazione che esistiamo solo attraverso – e grazie – agli altri. E soprattutto sono i loro giudizi e la loro percezione di noi a definirci. Se gli altri decidessero di ignorarci o dimenticarci, noi non esiteremmo più.

Questa è la vera condanna dell’inferno sartriano: essere relegati al giudizio altrui. In scena Maria Pia Antonacci (Inés), Stefania Carulli (Esthelle), Leo Coviello (Garcin) e Rossella Loglisci (la cameriera). Riprese video e montaggio sono di Angelo Angiulli.

Alfonsina Caputano

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