San Matteo ha il volto di un salernitano

Nel quadro di Carotenuto l’evangelista ha il viso di De Martino, uno dei portatori della paranza di san Gregorio

di PAOLO ROMANO

Un San Matteo che ha il volto di un salernitano, uno degli abitanti del centro storico. Un “verismo” tipico della pittura dell’artista Mario Carotenuto il cui bozzetto inedito che raffigura l’Evangelista è in questi giorni visibile nella sala San Tommaso della Cattedrale di Salerno. L’opera del maestro ultranovantenne, decano degli artisti salernitani, è al centro della mostra “San Matteo e le arti”, che per la prima volta ha chiamato diversi artisti a interpretare, ciascuno secondo il suo stile e la sua sensibilità, il tema sacro del patrono e delle tradizioni culturali e religiose che lo accompagnano. Carotenuto ha tirato fuori dai suoi archivi un’opera mai prima mostrata, realizzata negli anni ’90 per un eventuale secondo panno di San Matteo. Si tratta appunto di uno studio per un altro sacro telo, quello che con un mese di anticipo, rispetto alla ricorrenza del 21 settembre, viene issato nel quadriportico del duomo per ricordare ai fedeli l’avvicinarsi della festa. La figura scelta dall’artista per impersonare Matteo è quella di Matteo De Martino, l’uomo barbuto che oltre ad avere il nome del patrono è tra i portatori della paranza di San Gregorio VII. Accanto a lui, nel bozzetto di Carotenuto, c’è un’altra persona reale: l’angelo, infatti, è la salernitana Alfonsina Pierro, già ritratta anche tra gli angeli bianchi dello storico presepe dipinto della sala San Tommaso.

Nonostante i richiami al Presepe Dipinto e la scelta di dare il volto dei personaggi sacri a figure reali della città, è la prima volta che Carotenuto dipinge un San Matteo: «Nonostante abbia dipinto tanti soggetti sacri – spiega – non ci sono state altre occasioni per mettere su tela la figura di San Matteo. Per la verità ho anche un secondo bozzetto, anche questo inedito, un completamento dello studio che avevo avviato sul santo apostolo».

Inedite sono anche le opere degli altri artisti in mostra. Hanno proposto una loro personale interpretazione di San Matteo anche: Angelo Batti, celebre per i suoi dipinti che prendono in esame la figura femminile; Giuseppe Carabetta, che ha posto il patrono dinanzi all’immagine simbolo della città, il castello d’Arechi; Teresa Correnti che ha messo su tela un misticismo neo-romantico; Aurora Cubiciotti, che presenta una crocifissione a tinte fosche; Milena Gallo con il suo apostolo pensoso; Elvira Landi che ha dipinto un san Matteo seppiato in stile antico; Ida Mainenti che ha lavorato sulla paranza stravolgendone la classica iconografia, stesso discorso per Giancarlo D’Angelo che nel suo dipinto ha dato spazio ai portatori. Pier Francesco Mastroroberti, si conferma fedele al suo stile che unisce stilizzazione e posa scultorea; Gennaro Petrone ha optato per l’evangelista in cerca di ispirazione con l’ausilio dell’angelo; Eugenio Siniscalchi ha scelto una tela di grandi dimensioni per dare al santo il volto paterno; Amedeo Ternullo si è richiamato alle pagine del vangelo di Matteo, dove si parla del pane che sfama l’anima ed ha immaginato di scrivere una lettera al santo, vergando e dipingendo un cartiglio sulla tela; Stefano Trapanese, la cui grande tela di San Matteo e l’angelo è già da tempo in esposizione nella cattedrale, presenta ora uno studio di ridotte dimensioni ma di grande forza espressiva ed iconica. La mostra sarà visitabile (ingresso libero) fino al 23 settembre.

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