L’appello dello storico Domenico Chieffallo

«Salviamo il dialetto cilentano e facciamolo studiare a scuola»

di PIETRO COMITE Salvare il d. ialetto cilentano inserendolo come materia di studio nelle scuole medie del territorio per riproporlo, poi, alle generazioni future. E’ l’appello lanciato da Domenico...

di PIETRO COMITE

Salvare il d. ialetto cilentano inserendolo come materia di studio nelle scuole medie del territorio per riproporlo, poi, alle generazioni future. E’ l’appello lanciato da Domenico Chieffallo, storico e scrittore del Cilento, ai dirigenti scolastici della provincia salernitana affinché, avvalendosi della loro autonomia, «introducano la conoscenza con le sue principali ed antiche componenti, come la storia e la lingua dialettale, per riaffermarle in quel futuro che potrebbe invece, senza specifici stimoli, decretarne l’alienazione e l’affossamento». Un gesto d’amore e di riconoscenza da parte di Chieffallo, emigrante calabrese, a quella terra che lo accolse nei primi anni ’70 e della quale divenne, poi, il suo più autentico alfiere nell’illustrazione ed esaltazione delle sue bellezze naturali e paesaggistiche. L’appello alla conoscenza del dialetto cilentano è la naturale risposta ad un modernismo sfrenato che stimola le giovani generazioni a rinnegare il proprio passato. Questo modo di agire e pensare, secondo lo scrittore calabrese di nascita, ha contribuito «a snaturare l’identità etno-culturale della nostra zona, e per essa della sua gente, relegandola in forme anonime senza più aspetti caratterizzanti». L’innato trasporto che solo il proprio territorio riesce a stimolare chiama alla collaborazione, nel rispetto delle disposizioni e delle singole autonomie, i dirigenti scolastici che potrebbero disporne lo studio e l’approfondimento al solo scopo di fissarne l’identità e gli spazi culturali prima di assistere alla loro totale scomparsa». «Perché questo non avvenga è necessario – sostiene ancora Domenico Chieffallo – educare le nuove generazioni al rispetto del passato ed al culto delle proprie radici». I vertici delle scuole dovrebbero diventare destinatari e fautori di appelli e proposte per preservare non solo la “parlata nostra cilentana” emblema e stemma dell’area meridionale del salernitano così mirabilmente musicata dai medici cantautori Aniello De Vita e Maurizio Tortora ma, anche, quella sua storia sovente stravolta e manipolata a fini personalistici. Proprio per difendere e proporre la sua tanto amata nuova terra, che avrebbe potuto essere affossata nella più deleteria dimenticanza, Chieffallo ne ha riproposto storia, tradizioni e cultura attraverso 37 libri scritti tra il 1983 ed il 2011. Uno splendido atto d’amore vissuto tra biblioteche nazionali, studi notarili ed archivi pubblici e privati per conoscere e pubblicare le rivolte, i momenti drammatici e la crescita del Cilento. Il progetto scolastico di Chieffallo mira, ora, a cercar di salvare quelle identità territoriali che, nel recente passato, hanno costituito la piattaforma sulla quale è stata sviluppata la realtà di oggi.

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