Rock psichedelico e infiltrazioni garage: The Provincials

Rosario Memoli, Luciano Evangelista e Mario Villani: i “segreti” di un gruppo innamorato del sound domestico

SALERNO. Una disinvolta irriverenza è il marchio di fabbrica di The Provincials, progetto emerso dai sotterranei della scena punk-rock salernitana, nonché dall’immaginario del suo leader, Rosario Memoli, nel 2002, come Provolone Records, che è anche il nome del primo disco. Un progetto nato, come da tradizione, nella solitudine e dalla frustrazione così come ci racconta Memoli: «Era il 2002, ero solo nella mia cameretta, stavo per terminare i miei studi all’Accademia di Belle Arti e mi fu imposta una tesi diversa da quella che avrei voluto. Subentrò un senso di frustrazione che si è riversato su una chitarra classica e su un registratore a cassette.

Ma tra il 2002 e il 2003 realizzai una decina di pezzi racchiusi nel primo disco. La prima versione era di 7 brani e si chiamava “Un disco per l’estate” ed è memore di quel periodo molto proficuo». L’album, edito da Disco Futurissimo, racchiude undici tracce composte al tempo da Memoli ed eseguite dallo stesso su un corredo strumentale in regime di bassa fedeltà, a voler rimarcare un sound domestico, in pieno stile garage pshyc rock ’n roll. «Tiro fuori dei pezzi che vanno al di là del genere di riferimento cerco di mettere assieme tutto ciò che mi arriva all’orecchio – aggiunge – più che garage mi interessa l’appellativo di rock psichedelico perché la psichedelia ha un’apertura sul pop che il garage non raggiunge per la rozzezza del suono. Mi interessa la forma canzone, più melodica, canticchiabile, ascoltabile: la formula canzone orecchiabile è importante».

[[(Video) Il sound "domestico" dei The Provincials]]

Di recente composizione è difatti un brano, il primo, in lingua madre a dispetto dei precedenti scritti tutti in inglese. «Ho appena scritto il primo pezzo in italiano anche se – confessa – il primo disco in italiano vorrei riservarlo per i miei 40 anni». La band rispecchia un approccio aperto al linguaggio e vede ruotare intorno al suo frontman, Luciano Evangelista (basso) e Mario Villani (batteria) come membri stabili del progetto, e “guest” che si avvicinano, occasionalmente, al progetto. Oltre che chitarrista e cantante, Memoli è anche batterista dei Wildweekend Punkrock, storico combo punkrock salernitano: «Sulla batteria mi trovo più a mio agio – dice – ma la chitarra è un modo per sviluppare la mia tendenza a creare delle melodie». Pur godendo di una discreta schiera di appassionati al seguito, la band non è molto innestata nel circuito locale: «Non facciamo concerti da due anni - spiega - anche per impegni personali; abbiamo continuato a provare e suonare tra di noi, ci divertiamo così». Le influenze sono molte: «Mi hanno sempre colpito le musiche delle pubblicità e dei cartoni animati; da piccolo adoravo chiudere gli occhi e ascoltare».

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