Riscoprendo le opere di Zagoruiko

Oggi a Positano la presentazione dell’edizione 2017 dedicata al grande artista ucraino

Oggi alle ore 10,30 nella sala consiliare “Salvatore Attanasio” di Positano sarà presentato il Calendario d’Arte De Luca 2017 dedicato a Giovanni Zagoruiko (1896-1964). Ne parleranno il prof. Massimo Bignardi dell’Università degli Studi di Siena, il curatore Marco Alfano storico dell'arte e Andrea De Luca della De Luca Industria Grafica e Cartaria; modera il giornalista Sigismondo Nastri. Per i saluti istituzionali saranno presenti Michele De Lucia, sindaco di Positano, il prof. Giovanni Camelia, del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, che ha patrocinato, con il Comune di Positano e la Camera di Commercio di Salerno, l’iniziativa editoriale. Alle ore 17 il Calendario De Luca sarà presentato presso alla Camera di Commercio di Salerno, coi medesimi relatori e la partecipazione di Andrea Prete.

di MARCO ALFANO

Sarà dedicato al pittore ucraino Giovanni Zagoruiko (1896-1964) il calendario 2017 di De Luca Industria Grafica e Cartaria. L’iniziativa editoriale rientra in un articolato progetto di promozione culturale sostenuto interamente da un’azienda privata. Si tratta di calendari aziendali sollecitati più di vent’anni fa dalla lungimiranza imprenditoriale e dalla sensibilità artistica di Giuseppe De Luca, e che continua oggi con gli eredi Andrea e Raffaele: è un prodotto inconsueto rispetto alle tante iniziative editoriali di fine d’anno, ma di vere e proprie monografie, con ricerche storico-critiche ad hoc, volte al recupero di vicende e personalità artistiche del territorio salernitano poco note o non ancora pienamente apprezzate dal grande pubblico. Si possono ricordare, ad esempio, i calendari a cura del prof. Edoardo Alamaro dedicati ad Irene Kowaliska, Matteo Di Lieto, alla Ceramica Ernestine, e di recente, quelli curati da chi scrive, ai pittori salernitani Gaetano Esposito e Pasquale Avallone, al cilentano Biagio Mercadante - cui ha fatto seguito un volume monografico con il prof. Vittorio Sgarbi - ed infine, l’anno scorso, al maggiore pittore modernista in Costa d’Amalfi, Manfredi Nicoletti. L’iniziativa rappresenta una “missione” aziendale, a mio vedere, non trascurabile nel panorama editoriale campano, che intende colmare una colpevole disattenzione della pubblica amministrazione, purtroppo disattenta alle ripetute sollecitazioni, non solo da parte del sottoscritto, di creare un Museo Civico (ad esempio, nei locali liberati del Casino Sociale) che rappresenti, per la città di Salerno, l’opportunità d’una crescita civile e culturale qualificata rispetto all’equivoco insito nei grandi numeri nel turismo indiscriminato delle cosiddette “luci d’artista”.

Nei calendari De Luca, oltre all’illustrazione in grande formato delle maggiori opere, presenta importanti apparati, stampati sul “retro”, che illustrano storicamente il percorso dell’artista, spesso con veri e propri inediti. Il calendario De Luca 2017 consentirà la riscoperta articolata e approfondita delle opere di Giovanni Zagoruiko (1896-1964), artista da inquadrare nell’ambito delle importanti presenze che, a partire dal primi anni del XX secolo, convergono sulla Costa d’Amalfi: dal futurista Fortunato Depero al “metafisico” Maurits Cornelis Escher. Giovanni Zagoruiko, tra i primi artisti a stabilirsi a Positano già allo scadere del secondo decennio, andrà ad accrescere la nutrita comunità di esuli russi dopo gli eventi drammatici della Rivoluzione d’Ottobre.

Nato a Dnepropetrovsk nel 1896, e formatosi a Kiev, Ivan Zagoruiko si arruola, allo scoppio della Grande Guerra, nel reggimento scelto dei cosacchi e poi nell’Armata bianca, prendendo parte alle drammatiche vicende della guerra civile. Dal 1920 si sposta tra Turchia, Bulgaria e Grecia; giunge infine in Italia, stabilendosi a Venezia e poi in Trentino. La pittura di Zagoruiko, pur muovendo da impianti ottocenteschi, rivela nella materia pittorica densa e un registro schiarito, l’aggiornamento sulla tradizione post-impressionista non solo francese, da inquadrare nella composita situazione della pittura russa nel primo decennio del XX secolo. Nel 1928 si stabilisce a Roma, dove tiene una mostra personale alla Galleria Fiamma; nell’estate compie un viaggio a Napoli, Pompei e Positano.

L’attuale Calendario De Luca proporne una selezione di opere significative di Zagoruiko, dai primi dipinti realizzati in Italia, dalla ricca e densa pittura di Basilica di San Marco a Venezia e Foro romano, databili alla seconda metà degli anni venti, ai modi più asciutti e disegnativi di Mulino d’Arienzo, la Chiesa di San Giacomo a Positano, Torre normanna a Maiori e Positano sotto la neve, opere datate 1929, fino ai capolavori della seconda metà degli anni trenta, come Costantinopoli di notte, un olio su tavola del 1939, tutto giuocato sui toni freddi del blu e dell’azzurro - ma anche straordinari inediti, come il taccuino di disegni, databile 1931-32, preziosa testimonianza del suo primo “grand tour”, dove analizza con attenzione, tramite il segno inemendabile della sanguigna, la luminosa linearità della Costa, da Amalfi a Ravello, da Conca dei Marini, fino a Positano, dove l’autore deciderà di stabilirsi per il resto della sua vita.

Si tratta di una preferenza confermata anche nei momenti più drammatici, come nel 1941, quando, per le leggi fasciste, Zagoruiko rischia di essere deportato in un campo d’internamento; un destino risparmiato dall’aiuto dei positanesi. Sarà comunque costretto a sottoscrivere un “verbale di diffida”, in cui accetta di attenersi alle disposizioni restrittive per gli stranieri, come quella di non dipingere all’aria aperta.

Nell’immediato dopoguerra, riprende l’attività espositiva con numerose mostre personali e collettive: dalla personale alla Galleria Forti di Napoli del ’47 alla Prima Annuale Nazionale d’Arte di Cava de’ Tirreni dell’anno seguente. Nel 1955 espone a Roma e tre anni dopo al Palazzo di Città a Salerno. Nel 1964 espone alla Mostra di Artisti Salernitani di Salerno; è la sua ultima occasione espositiva: nell’autunno dello stesso anno, muore nell’ospedale cittadino. Al Cimitero di Positano, dove è sepolto, gli amici italiani incisero una frase, tratta da Dostoevskij, che rivela la dolcezza immaginativa dell’anima sua: “Ah com’è bello, com’è bello e meraviglioso il mondo di Dio!”.

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