Querelle su via Visco, c’è un’omonimia

I partigiani al Comune: «Targa antisemita». Ma la strada è per un prefetto

di Barbara Cangiano

SALERNO

Via Sabato Visco è una strada periferica della zona industriale, che probabilmente gli stessi salernitani non avrebbero impressa nella memoria, se non fosse per una querelle, aperta due anni fa, che ancora oggi rischia di creare un incidente diplomatico tra l’amministrazione comunale ed il fronte partigiano. Che ieri è tornato all’attacco chiedendo, in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria, di «spazzare via ogni ambiguità e sospetti di vicinanza a chi, teorizzando la razza superiore, è nei fatti coprotagonista e complice nello sterminio di milioni di persone, non solo ebrei». Termina così la nota degli attivisti dell’associazione Memoria in movimento, contro la scelta di intitolare la strada al medico tra i dieci firmatari del “Manifesto della razza”, pubblicato il 14 luglio 1938. Già due anni fa, la giunta . De Luca con l’allora presidente della commissione toponomastica, il giornalista Antonio Bottiglieri, gridò al misunderstanding, spiegando, carte alla mano, che il Visco in questione era in realtà un appassionato di economia, per di più antifascista e partigiano, oltre che prefetto e padre dell’ex viceministro Vincenzo. La certificata omonimia, complicata dal fatto che entrambi i Visco erano originari di Torchiara, non servì però a spegnere le polemiche e il caso rimbalzò in tutta Italia, grazie all’intervento dell’Anpi, di Lucia Valenzi, e ad una infuocata “bustina di Minerva” di Umberto Eco. La questione sembrava chiusa. Fino a ieri. «Nessuna confusione, è tutto agli atti», ribadisce Bottiglieri, rivendicando la legittimità della scelta operata il 22 marzo del 2006 dall’allora giunta di Mario De Biase. «Abbiamo chiesto all’ufficio toponomastica di modificare la targa, inserendo gli estremi cronologici del Visco economista», spiega Lucia Napoli, attuale presidente della commissione. Ma a oggi nulla è stato ancora fatto, «per difficoltà economiche», fanno sapere dal Comune. Nel caso di specie, però, sembra necessario fare uno sforzo per allontanare definitivamente il sospetto di ogni inclinazione all’antisemitismo. A fugare invece quello del “familismo toponomastico” (perchè ci fu anche chi sostenne che la scelta fu dettata dalla necessità di cementare equilibri politici con l’allora inquilino di via Venti Settembre) ci ha già pensato il web, raccogliendo firme affinchè la stessa strada sia dedicata a Marco Matteucci, vigile del fuoco morto nell’alluvione di Sarno del 1998.

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