Quelle “guide” che amano l’arte

I volontari promotori dei tour a Salerno

di LARISA ALEMAGNA

Un tou. r alla scoperta del nostro territorio tra cultura e architettura, memorie del passato e suggestioni del presente. È il progetto dei giovani volontari dell'associazione Salerno Cantieri&Architettura, un gruppo eterogeneo di cui fanno parte architetti, studenti di ingegneria edile ed architettura, laureandi in giurisprudenza, professionisti del settore turistico e dei beni culturali, tutti uniti dal comune interesse per l'arte e l'architettura.

L'associazione, nata circa tre anni fa, affianca all'attività di organizzazione di eventi finalizzati a far conoscere ed apprezzare il territorio, l'interesse alla risoluzione delle problematiche quotidiane e dei disservizi della città, con segnalazioni puntuali e proposte partecipate e risolutive.

Il presidente dell'associazione, Paolo Pecci, è laureato in archeologia con specializzazione in archeologia marittima e subacquea. Il suo rapporto con l'arte è legato, pertanto, agli studi ed alla professione, ed alimentato, da circa tre anni, dall'attività associativa. «Siamo un gruppo molto affiatato -spiega Paolo Pecci- in cui non contano le cariche ma la voglia di fare e lo spirito di amicizia con cui affrontiamo gli impegni. La componente principale del nostro lavoro associativo è il dialogo tra i soci. Ci teniamo quotidianamente in contatto e collaboriamo tutti attivamente, ciascuno secondo le proprie competenze. In questo modo, pur avendo ognuno di noi i propri impegni di studio o di lavoro, riusciamo a dividerci i compiti e ad essere efficienti e tempestivi nell'organizzare le nostre attività. Le riunioni sono sicuramente i momenti più produttivi, durante i quali vengono fuori sempre idee e proposte». L'iniziativa che meglio riflette lo spirito dell'associazione è Archtour, una serie di incontri e visite guidate volte a tracciare l’evoluzione urbanistica della città, dal suo nucleo storico alle trasformazioni architettoniche che ne hanno determinato la crescita e l'evoluzione. I tour si svolgono in collaborazione con ospiti chiamati di volta in volta ad illustrare i cantieri, i progetti, i monumenti e quanto concerne il tema attorno al quale si sviluppa l'itinerario, mettendo a disposizione dei visitatori la propria passione, oltre alla competenza. Ai volontari spetta il compito di introdurre i temi e gli ospiti, gestire l'organizzazione della visita, gli spostamenti e le esigenze di sicurezza, coordinare il gruppo di visitatori e fornire loro tutti i chiarimenti e le informazioni. «Recentemente -racconta Paolo Pecci- abbiamo organizzato una visita all'imponente complesso Umberto I, costituito dai conventi di San Lorenzo al Monte e di San Nicola della Palma, dal conservatorio Martucci e dal nuovo auditorium in corso di realizzazione. I due conventi, dopo importanti lavori di restauro, sono tornati a nuova vita, ospitando rispettivamente la fondazione Ebris e l'Archivio Storico Comunale, mentre l'Auditorium offre, oltre alle sale musicali, una meravigliosa piazza affacciata sul golfo di Salerno. È stato senza dubbio uno dei tour più seguiti che ha visto la partecipazione, in aggiunta a circa un centinaio di visitatori, anche degli studenti dell'istituto Alfano I. Il valore aggiunto è stato senza dubbio la guida dell'architetto Maurizio Di Fruscia, protagonista del lungo e complesso lavoro di restauro, che ci ha raccontato tutte le vicende susseguitesi in circa venticinque anni di cantiere, dai primi scavi fino alla recente ripresa dei lavori dell'Auditorium, oltre ai dettagli sulle scelte progettuali adottate». Archtour rappresenta un modo nuovo di scoprire la città, sia per coloro che la vivono quotidianamente, sia per chi la visita per la prima volta, un viaggio che emoziona e che è ogni volta sempre diverso, perché Salerno offre una tale varietà di itinerari e percorsi storico-artistici da lasciare senza fiato. È un’esperienza aperta a tutti, dai ragazzi del liceo ai pensionati, che mette in relazione i partecipanti facendoli sentire immediatamente parte di un gruppo.

Si tratta di un’attività impegnativa, soprattutto perché svolta a titolo volontario, ma sicuramente l'impatto positivo sui cittadini, testimoniata dal numero di partecipazioni in costante crescita, rappresenta un ottimo incentivo per andare avanti. «La voglia di continuare -racconta Paolo Pecci- viene dalla soddisfazione che si ricava dall'organizzare una cosa ben fatta. Quando hai tante persone che ti seguono sia online sia negli eventi, quando trovi un gruppo di amici con cui creare qualcosa di nuovo e di bello per la tua città, e quando poi scopri di non essere solo perché ci sono tanti altri gruppi che fanno cose altrettanto belle e con cui puoi collaborare, ti senti naturalmente spronato a fare sempre di più. Certo è impegnativo. A volte ci sono difficoltà e non mancano le critiche. Ma poi penso alla Salerno di tanti anni fa in cui non c'era niente da fare per un ragazzo della mia età; mentre ora ci sono talmente tanti eventi culturali che non si riesce a stare al passo».

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