l’album

Quelle cartoline e sublimi visioni tutte ispirate dalla vita reale

SALERNO. Come in un caleidoscopio in cui il caos, apparente, genera figure simmetriche, “Cartoline”, il disco di esordio dei Fiori di Cadillac, racchiude brani che sembrano ruotare intorno agli...

SALERNO. Come in un caleidoscopio in cui il caos, apparente, genera figure simmetriche, “Cartoline”, il disco di esordio dei Fiori di Cadillac, racchiude brani che sembrano ruotare intorno agli stessi frammenti colorati, offrendo visioni sempre nuove. Visioni ispirate da scene di vita vissuta. Come la cover del disco che rievoca la carta, consumata, dei vecchi Lp. Ogni traccia ha una storia e di alcune sono stati girati dei video; tra tutti, merita più di una visione “Il ministero dell'amore”, che ritrae la band salernitana a suonare in un bosco, lo stesso in cui è in atto una caccia all’uomo da parte di un commando armato che si risolve con la fucilazione a danno del leader del gruppo, e la spia, naturalmente, è una donna. “Canzone in scatola” si distingue, tra gli altri, per una certa leggiadria ritmica mentre “Oggi non è settembre” contiene in sé l'eco del songwriting della scuola romana di penultima generazione (Fabi, Silvestri e Gazzè); “Finchè dormi” è intriso di speranze tradite avvolte in echi spettrali contrastati da una chitarra battente che improvvisamente fa spazio a una timbrica più dura. Ciò che colpisce è l'accuratezza del suono - a tratti liquido e a volte “heavy” - e degli arrangiamenti, mai banali. “Le tue cartoline” pone termine al viaggio con uno struggente appello (“Rimani qui, qui con me, anche se ora non so più chi sei”) che ci trascina fuori da un disco da cui si stenta ad uscire del tutto. (a.d.v.)

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