Salerno

Quella sfida sul ring persa dalle anime fragili di Cucchi e Charlot

Stasera e domani in scena alla Sala Pasolini la pièce di Carbone e De Nicolais sulla triste vicenda

SALERNO. Stefano Cucchi e Charlot: due anime fragili sul ring. Ma è un incontro che sono destinati a perdere entrambi quello racchiuso in “Luci della città. Stefano Cucchi”, che va in scena questo fine settimana (stasera, sabato 18 marzo alle ore 19 e domani, domenica 19 marzo, alle ore 18) sul palco della Sala Pasolini di Salerno.

La vicenda a cui si ispira è tristemente nota: Stefano Cucchi ha 31 anni quando entra in carcere sulle sue gambe, dopo l’arresto per spaccio. Dopo una settimana, esce cadavere dal reparto di medicina del Pertini di Roma, in seguito a un pestaggio da parte dei carabinieri.

Questa rappresentazione non è una ricostruzione ma il tentativo di rendere poetica una vicenda in cui di poesia ce n’è ben poca: un ragazzo è morto mentre era sotto la custodia dello Stato, per usare un’espressione da libro di denuncia, o da teatro di narrazione.

E allora viene in soccorso Charlot, nato per incarnare gli ultimi, che dialoga con Stefano sulla scena. Da un tentativo fallito in partenza nasce una piece sul fallimento, come è giusto che sia per un clown sconfitto da un sistema molto più forte di lui. Cucchi è solo evocato, non viene mai rappresentato e anche il pestaggio che fa riferimento alla scena dell’incontro di boxe, sport praticato a livello amatoriale in vita da Stefano, è preso in prestito da “Luci della città”. Si gioca, per così dire, a ricostruire l'incontro e l'unico riferimento alla vicenda in realtà appartiene a Chaplin. Tutti i momenti vengono rivissuti attraverso il ricordo emotivo in quella che sembra una sorta di lunga imprecazione.

«Dopo la svolta nelle indagini – spiega il regista Pino Carbone – lo scenario è cambiato e il finale è ancora aperto. Siamo in contatto con la famiglia e ne seguiamo nella vicenda. Questo lavoro non vuole analizzare i fatti, la verità è evidente, la conosciamo: Stefano è stato ammazzato e ci sembra stupido discutere su questa possibilità. Speriamo che la riapertura del caso da parte della procura di Roma porti a un senso di giustizia.»

Il lavoro è stato scritto da Pino Carbone con Francesca De Nicolais che ne è anche protagonista, ed è prodotto da Ong Teatri e dall’ex Asilo Filangieri. In scena, l’attrice veste i panni del vagabondo, sempre troppo grandi per il suo esile corpo.

Nell’epoca in cui tutti reclamano spiegazioni razionali, la parola, il corpo, l'azione, rivendicano il loro diritto ad essere anche parola, corpo e azione poetica.

Info: botteghino Sala Assoli, tel. 081 19563943 - botteghino@associazioneassoli.it

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