Quel patrimonio sprecato della catalogazione dei beni

Un tempo era materia d’insegnamento nei licei, ora è stata soppressa Le Soprintendenze costrette a ricorrere a bandi pubblici per arruolare esperti

di GERARDO PECCI

Quando muoiono degli insegnamenti scolastici è sempre un lutto. Quando lo Stato non pensa al patrimonio culturale che lo caratterizza in senso identitario e civile è una tragedia. La cultura non deve essere assoggettata al libero arbitrio dei politici e dei funzionari ministeriali di turno. E’ il caso della totale sparizione dell’indirizzo in “Rilievo e Catalogazione dei Beni Culturali” nei Licei Artistici. E con esso la sparizione dell’insegnamento di Catalogazione, impartito da docenti di storia dell’arte particolarmente preparati e adeguatamente addestrati per questo delicato compito, con il quale si riconoscono i beni e si classificano secondo le norme ministeriali dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. Un patrimonio di saperi specifici, specialistici, già in possesso dei docenti e degli studenti di liceo artistico che è sparito. Diversi, in questi ultimi anni, i casi di Soprintendenze che hanno emanato bandi pubblici per la costituzione di una lista di esperti per il conferimento di incarichi nell’ambito delle attività dell’Uffici per il Catalogo che prevedono il reclutamento di esperti esterni per attività di catalogazione cartacea e informatizzata, su piattaforma SIGECWEB e per la compilazione delle Schede OA (opere d’arte), che sono schede aperte, sempre aggiornabili con nuove notizie e integrazioni, inserite nella banca dati ARTPAST e per i campi catalografici non ancora compilati nelle schede medesime.

I requisiti per coloro che fossero eventualmente interessati sono molto selettivi e restrittivi. C’è il dubbio che essi possano trovarsi tutti riuniti in una singola persona. Infatti, diverse facoltà universitarie di riferimento - Conservazione dei Beni Culturali, Lettere ad indirizzo Storico-Artistico, Scienze dei Beni Culturali, generici dottorati e specializzazioni in Storia dell’Arte e simili - spesso non hanno al loro interno specifici corsi ed esami relativi alla catalogazione cartacea e informatizzata dei beni culturali. Credo che ciò valga anche per le Facoltà di Architettura o Ingegneria Edile e Architettura. Recentemente la Soprintendenza alle Belle Arti e al Paesaggio delle Province di Salerno e Avellino ha emanato un bando per la costituzione di una lista di esperti storici dell’arte per il conferimento di incarichi nell'ambito delle attività dell'Ufficio Catalogo per gli anni 2015 – 2016. Non so chi, e con quali reali competenze, riuscirà ad essere inserito in lista e poi ad aggiudicarsi tali incarichi di collaborazione, visto che, in genere le Soprintendenze evidenziano carenze di personale e di professionalità interne in possesso di competenze informatiche ed esperienze pregresse relativi ai sistemi informativi specifici attualmente utilizzati dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. Il Ministero competente organizza o no specifici corsi di formazione per il proprio personale periferico?

Se neanche il MIBACT riesce ad aggiornare i propri funzionari come fa a rivolgersi a specialisti esterni? Non si tratta forse di una piattaforma di catalogazione informatica altamente specializzata e interna allo stesso Ministero? E’bene ricordare che i licei artistici, nel silenzio totale e nella più completa assenza del mondo accademico universitario, per anni, con il “Progetto Michelangelo”, hanno svolto attività di ricerca e didattica nel settore catalografico, attraverso attività di reperimento e individuazione di beni culturali, provvedendo poi a compilare le relative schede di catalogazione. Il corso liceale in Rilievo e Catalogazione dei Beni Culturali, che è stato cancellato in modo estremamente brutale dalla “controriforma” Gelmini, esisteva proprio per formare giovani che potessero validamente affiancare i funzionari ministeriali nel lavoro catalografico relativo alle diverse tipologie di beni culturali.

Il fatto che ora un’importante soprintendenza italiana intenda fare ricorso a esperti esterni all’Amministrazione Pubblica la dice lunga sulla necessità di formare giovani preparati nel campo catalografico e dimostra che il MIUR ha fatto malissimo ad eliminare dai Licei Artistici uno specifico indirizzo di studi quinquennale, che era il fiore all’occhiello della formazione dei giovani nel settore dei beni culturali, già prima del loro accesso agli studi universitari.

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