Quei cortili dai tanti segreti

La vita nei paesi nel racconto di Maria Rossi

“Da lì la vista abbracciava tutta la valle del Sangro e spaziava fino al lontano Monte Sacro che, durante le giornate ripulite dal vento, sembrava riflettere i colori del mare entro cui si specchiava. Un vento che si stava alzando leggero anche in quel momento a rinverdire i pensieri e i ricordi di Mario che, inspiegabilmente, si sentiva appagato e sereno”.

Esiste una città della memoria che vive e conserva la dignità storica a fianco di un territorio spesso travolto da un’urbanizzazione fuori controllo. È la città dei cortili, luoghi nascosti dietro facciate di residenze borghesi, palazzi ottocenteschi e antichissime chiese. Essi ci parlano, nascondono segreti, sussurrano storie. Come accade a Mario Scarpato, protagonista del nuovo romanzo ebook di Maria Rossi, “Il corteo dei gerani: il sussurro dei cortili” (foto), che ascolta quattro storie dai cortili del suo paesino, quando vi ritorna dopo trentacinque anni di assenza. Sì, sono i cortili, quei nuclei vitali di un tempo passato ma anche presente e forse futuro, (i giovani comprano e riattano case antiche nei cortili dei loro paesi) che raccontano a Mario quelle storie particolari di cui, essi, i cortili, sono stati spettatori mentre lui era “esule” all’estero per lavoro, come fa una madre che tiene al corrente il figlio di tutto ciò che accade in famiglia durante la sua assenza.

Un riferimento ai figli che l’autrice fa in un passaggio del libro: “Passandosi una mano tra i capelli che il vento cominciava a scompigliare, sorrise tra sé. E non ebbe più bisogno di chiedersi il perché di quel suo ritorno. Ora sapeva. Come quella madre che ha un figlio lontano, ogni giorno ripulisce la sua stanza e mette in ordine le sue cose, quasi a volergli mantenere intatto il posto nella sua famiglia, in modo che se egli dovesse ritornare in qualsiasi ora del giorno e della notte possa trovare il letto pronto e il piatto a tavola, così il suo paese si era conservato intatto in quei lunghi anni, quasi a volergli conservare, come avrebbe fatto la madre col figlio, la sua eterna appartenenza alle radici del sangue”.

E nella mente di Mario e sulle pagine del libro scorrono così le vite di Carmelina, Malinconia, Bastiano e Gilda, mentre lo struggimento dell’emigrante gli rivela anche il motivo del suo ritorno.

Mario Scarpato è, quindi, un emigrante che ritorna al suo piccolo paese del sud Italia dopo trentacinque anni di assenza. Ritrovarsi dopo tanto tempo nella sua terra natia è un’emozione forte, fatta di ricordi che hanno il sapore del passato.

Nel ripercorrerli ascolta dai cortili che lo accolgono quei sussurri antichi che gli narrano le storie di chi in quei cortili ha vissuto, come se il suo paese volesse dargli il bentornato a casa raccontandogli ciò che è accaduto durante la sua lunga assenza.

Anche in questo romanzo, Maria Rossi, che da bambina si nascondeva nella cantina di famiglia per leggere, («mia madre non voleva né che leggessi né che andassi a scuola. E figuriamoci scrivere«, racconta la stessa scrittrice), dimostra la grande capacità di raccontare in maniera semplice ma mai banale storie di vita vissuta da gente apparentemente normale ma che sanno trascinare il lettore in un modo che spesso sembra ormai appartenere al passato, fatto di gesti semplici e relazioni sociali gentili, ma allo stesso tempo capaci di irrompere tragicamente nella vite dei personaggi e riportarci a fare i conti con la vita.

Un libro all’apparenza semplice, quasi un racconto per ragazzi in grado allo stesso modo di sorprendere anche il lettore più spregiudicato.

Dopo il grande successo di “Lumascuro, il prete della città dei ragazzi”, un romanzo sulla vita di don Enrico Smaldone, il prete di Angri che fondò una struttura per dare un futuro a tanti giovani orfani della guerra, Maria Rossi, scrittrice di Angri, ritorna con un ebook, che, sebbene non l’abbia mai entusiasmato perché dice «preferisco ancora il sapore amarognolo e l’odore aspro della carta appena stampata», ha pensato di far felice i nuovi lettori digitali.

Luigi Novi

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