Quarant’anni di radio libere Festa e ricordi a Torraca

L’impegno dell’emittenza privata nella lotta alla mafia con Peppino Impastato e gli anni della formazione per personaggi divenuti star come Vasco Rossi

di DAVIDE SPERANZA

“È sabato notte e in questo momento molti di voi avranno di meglio da fare che stare ad ascoltare noi alla radio... Io non so com’era avere 18-20 anni negli anni Cinquanta o Sessanta... So cosa vuol dire per me e per tanti altri averli adesso. Questo 1977 è un gran casino; c’è un gran movimento in giro, non so dire se è bello o brutto; però è veloce. Ci sono le bombe, c’è il movimento studentesco, ci sono le radio libere, ci sono i genitori che sempre di più sono come tu giuri che non sarai mai, ci sono le utopie, le religioni, e ci sono appunto quelli che non si lasciano stare”. Eccoli lì Bruno, Freccia, Tito, i protagonisti del film di Luciano Ligabue, “Radiofreccia”, intorno a un microfono e a una consolle, a discutere di droga, sesso, società, politica, generazioni. Il film del cantautore di Correggio – una felice sorpresa per il cinema italiano – raccontava un’epoca che sembra ormai così lontana, quella delle radio libere, quando in stanzini bui, in piccoli appartamenti, soffitte e scantinati la radio privata era il modo più puro per raccontare il mondo, i suoi problemi e le sue rivoluzioni.

Il monopolio Rai sulla radiodiffusione iniziò a essere infranto già nel 1974, con la sentenza numero 225 emessa dalla Corte Costituzionale. Tra le prime radio libere, Radio Attiva Massa di un giovane Andrea Lazzoni – il cui raggio di trasmissione non andava oltre gli 800 metri – e Radio Libera di Partinico, considerata da molti la prima vera radio pirata italiana e fondata da Danilo Dolci: il poeta e sociologo italo-sloveno si chiuse a Palazzo Scalia, trasmettendo, per 27 ore continuative, testimonianze e denunce degli abitanti della Valle del Belice, dello Jato e del Carboi abbandonati dallo Stato, a due anni dal terremoto del 1968.

Nel 1975, in seguito al contenzioso che vide protagonista l’allora Radio Milano International, oggi R101, la pretura milanese ne dichiarò la legittimità, anticipando così la sentenza 202 con cui la Corte Costituzionale nel 1976 liberalizzò le radio private via etere.

A distanza di quarant’anni, Torraca diventa location per festeggiare la radio in Fm. Il presidente della Rea (Radiotv europee associate), Antonio Diomede, ha indicato a Tonino Luppino – uno dei primi pirati dell’etere negli anni Settanta con Radio Sapri – Torraca, come luogo per la manifestazione di stasera, in seguito all’intitolazione alle radio libere, su iniziativa del primo cittadino Domenico Bianco, d’una piazzetta del centro storico.

Il programma prevede, dalle 11, un incontro in piazza per parlare della storica sentenza (28 luglio 1976), che liberalizzò l’etere, purché a copertura locale. Interverranno il sindaco Domenico Bianco, il presidente della Rea Antonio Diomede, Nicola D’Angelo, consigliere di Stato e già commissario dell’Authority per le garanzie nelle comunicazioni, l’avvocato Franco Maldonato e Tonino Luppino, “pirata dell’etere”, direttore e co-fondatore di Radio Sapri, unica emittente radiofonica della Campania ad essere inserita nel blog della storia delle radio in Fm, anche grazie alla storica e rocambolesca intervista del 17 gennaio 1979, dopo appena tre mesi di pontificato, a Papa Wojtyla: Luppino si travestì da missionario.

Tra le storie radiofoniche italiane, come non ricordare la lotta alla mafia di Peppino Impastato con Radio Aut, oppure personaggi che sarebbero poi diventati cantautori e dj come Vasco Rossi e Claudio Cecchetto. A Salerno e provincia, ebbero risalto oltre Radio Sapri, Radio Salerno 1, Radio Salerno City, Radio Tris Salerno, Radio Panorama, Radio Onda Libera, Rda Radio diffusioni dell’Agro. Gli anni Settanta vedono nascere, inoltre, Radio Alfa, Radio Mpa, Radio Bussola 24, Radio Castelluccio.

«La sentenza del 1976 ci permise di uscire dalla clandestinità – ricorda Luppino – All’epoca le gazzelle dei carabinieri giravano per individuarci. Ci avrebbero condannato a multe salate. Salerno e provincia ha avuto radio favolose che caratterizzarono una stagione magica di libertà di pensiero. Adesso tutto è ingessato in nome della pubblicità e della politica. Non c’è più lo spirito di una volta. Le radio web forse sono le nuove radio libere del terzo millennio».

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