Alla feltrinelli il libro di aliberti

Quando il rapporto dolore-paziente diventa consapevole

Questa sera, alle ore 18, presso la libreria Feltrinelli verrà presentato il libro di Michele Aliberti “Dal collo in poi. Il paziente consapevole”, AltreEdizioni, 2015. Partecipano il giornalista...

Questa sera, alle ore 18, presso la libreria Feltrinelli verrà presentato il libro di Michele Aliberti “Dal collo in poi. Il paziente consapevole”, AltreEdizioni, 2015. Partecipano il giornalista Giuseppe Iannicelli e i docenti universitari Giuseppe Cacciatore e Antonello Crisci.

di GIUSEPPE CACCIATORE

Prima di addentrarmi nella lettura del libro di Michele Aliberti, ho fatto un rapido giro su Google, digitando il termine collo. Naturalmente le ricorrenze maggiori riguardano il dolore al collo e i metodi e gli accorgimenti per farlo passare. Ma poi ne ho trovato anche di divertenti come quello che insegna a baciare sul collo, o comunque informativi come quello che cita il film famoso di Polanski “Non mordermi sul collo”, ma Collo è anche una importante città algerina e c'è un libro di Nora Ephron, edito proprio da Feltrinelli, intitolato “Il collo mi fa impazzire” (è una esilarante rassegna della battaglia che una donna non più giovane fa ogni giorno per nascondere le borse intorno al collo) e infine quello più esilarante del cubetto di ghiaccio sul punto Feng Fu dell’agopuntura che farebbe ringiovanire di 10 anni.

La verità è che pensavo di farmi una rapida cultura wikipedistica prima di inoltrarmi in un territorio così lontano dalle mie frequentazioni filosofiche. E invece, man mano che mi inoltravo nel libro, mi sono trovato dinanzi a più di una piacevole sorpresa. Innanzitutto la scrittura - lo ha ben evidenziato nella prefazione Lina D’Alessandro - sobria, elegante e comprensibile anche per il profano, una scrittura senza fronzoli e barocchismi e senza oscurità tecniche. Si muove da un’idea olistica del collo (olistica si dice di una scienza che studia i sistemi complessi e il collo è tale) che si allarga all’intero corpo umano, e qui abbiamo un primo possibile incontro tra la pratica terapeutica del collo e la mia filosofia, grazie ad una comune idea di dialettica che guarda alla scomposizione delle parti sempre in vista dell’unità. Più avanti, Aliberti riprende questo concetto di corpo che ci parla coi suoi messaggi e ci invita a non sopravvalutare quegli eccessi che possono danneggiarlo.

C’è un altro punto di contatto tra il fisioterapeuta e il filosofo ed è quel punto centrale analizzato e studiato dalla bioetica contemporanea, costituito dal rapporto medico-paziente. Questo libro - che ha come protagonisti, insieme all’autore, quattro pazienti afflitti in modi diversi dal dolore al collo - ha uno svolgimento narrativo che sapientemente l’autore utilizza per caratterizzare la diversa esperienza del dolore così come emerge dal racconto dei pazienti, così da poter giungere con maggiori informazioni alla definizione dell’anamnesi e alla scelta della terapia appropriata per ogni singola individualità. Ecco, proprio l’individualità del paziente costituisce uno dei centrali fili conduttori del volume. Dice Aliberti all’inizio di uno dei capitoli centrali: «Esiste il malato e non la malattia», a testimonianza, ancora una volta, dell’idea, anch’essa originariamente filosofica, del rispetto di ogni individualità bisognosa di cure e di terapia. Ma esiste anche un processo di comprensione e di conoscenza (cioè l’essenza del dialogo ermeneutico contrassegnato dal fine della comprensione dell’altro) che s’istaura, deve istaurarsi tra medico e paziente. Mi ha colpito la frase che chiude il racconto del rapporto con uno dei pazienti: «Egli catturava le parole per farne conoscenza». Anche quando Aliberti si impegna, con l’abituale chiarezza da non confondere con la semplificazione, in una vera e propria fenomenologia del dolore, muove da uno dei motivi centrali su cui si è dibattuta e si dibatte la filosofia contemporanea: la relazione inscindibile Mind-Body che non è più di natura metafisica ma funzionale. Alla genesi e alla comprensione del dolore concorrono dunque una componente sensoriale e una psichica. Nessuna prevale sull’altra e l’una realtà alimenta l'altra e viceversa. Questo libro ha molti destinatari: innanzitutto quelli che vivono quotidianamente la sofferenza del dolore al collo, ma poi anche i medici e i fisioterapeuti e poi l’uomo comune incuriosito dal tema che Aliberti ha saputo esporre in modo che fosse alla portata di tutti. Ed infine un filosofo come me che, a dispetto di tutti i nichilismi e di tutte le teorie post-moderne, crede ancora ad una filosofia dell’umano, come ci crede anche Aliberti quando scrive: «Molte persone ho conosciuto nel corso della mia vita professionale (…) Ognuna con personali esperienze di vita (…) Ognuna però simile alle altre per quella singolare condizione che rende “umani” noi esseri viventi».

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