«Pochi guizzi nella Terra di nessuno»

Festival Xs: giudizi contrastanti sullo spettacolo dedicato alla Grande Guerra

SALERNO. La “Grande Guerra” in scena la scorsa domenica al teatro Genovesi nell’ambito della Festival Xs. A portare sul palcoscenico il dramma dei soldati della prima guerra mondiale gli attori Luca Santuari, Kristian Civetta, Silvio De Simone e Nicola Merci della compagnia del Teatro Instabile di Meano, con lo spettacolo in due atti “Terra di nessuno”.

La rappresentazione narra la storia di quattro reduci della Grande Guerra che, per ritardare il difficile reinserimento nella vita “normale” e per rimanere ancora insieme, affittano un bosco dove hanno intenzione di lavorare come carbonai. Giunti lassù e isolati dal mondo, si trovano coinvolti in un crescendo di strani ed inquietanti avvenimenti, di situazioni inesplicabili che sembrano replicare l’orrore dei terribili giorni delle trincee. I mostri della guerra, cavalieri di un’apocalisse dell’anima, sembrano tornare a manifestarsi implacabili e subdoli, l’uno dopo l’altro: la paura, la fame, il dolore e la morte. È la loro mente a trasfigurare la realtà o in quel bosco si nasconde un crudele nemico? E quello è davvero un bosco o la terra di nessuno nella quale vagano le anime dei soldati morti? La rappresentazione è piaciuta alla maggior parte degli spettatori del Genovesi, i quali non hanno però nascosto che manca di slanci.

Negativo il giudizio di Donatella Pecorale, la quale ha sottolineato: «La trama è impegnativa e troppo inquietante. Molti i momenti morti. Non si può negare, comunque, la bravura degli attori». Di segno opposto il commento di Marika De Vita. «Mi è molto piaciuto il fatto che sono riusciti a portare in scena in maniera moderna una realtà lontana da noi storicamente, di solito rappresentata in modo paludato – ha detto – Hanno creato un’atmosfera da thriller, che rimanda a film come “Sesto senso” o “The Others”. Ed effettivamente non si capisce se i quattro amici sono morti o vivi. La rappresentazione è un’esperienza più che uno spettacolo, che è riuscito nel suo intento: turbare». Positivo anche il giudizio sulle luci e le musiche. Per Roberto Lombardi “è uno spettacolo diligente, grazie anche al gioco di luci che lo rende più coinvolgente. Ma non riesce a decollare perché manca di picchi, di guizzi».

Alfonsina Caputano

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