L'INTERVISTA

Pietro Bartolo, il medico degli “altri”: «Più cultura dell’accoglienza»

Domani ospite di Salerno Letteratura per presentare il suo ultimo libro

SALERNO - Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che con il suo impegno instancabile ha dimostrato al mondo che si può andare oltre le logiche politiche e demagogiche, sarà ospite del #fuorifestival di Salerno Letteratura. Suo malgrado è diventato celebre con il film di Gianfranco Rosi “Fuocoammare” (vincitore dell’Orso d’oro a Berlino), ma Bartolo è l’autore anche di due libri editi da Mondadori: “Lacrime di sale” e il recentissimo “Le stelle di Lampedusa”. L’appuntamento è per domani alle 18 presso la sala Genovesi della Camera di Commercio di via Roma, a Salerno. Dopo i saluti del sindaco, Vincenzo Napoli, dialogherà con l’autore il direttore artistico di Salerno Letteratura, Francesco Durante.

Bartolo, nei suoi libri ha tentato di raccontare quanto ha vissuto, ma ci sono anche cose che non si riescono a descrivere? Ce ne sono tante. Per anni sono stato intervistato dalla televisioni di tutto il mondo, ma mi sono accorto che non bastava per smuovere le coscienze. Poi è arrivato il contributo del cinema, ma neanche quello è bastato. Così ho sentito la necessità di scrivere, per un riflessione più accurata e circostanziata su quanto ho visto, su quanto si fa e soprattutto su quanto si può fare di più. Forse nemmeno i libri basteranno…

Sta per uscire anche un altro film? Sì, con Sergio Castellitto che vestirà i miei panni in un film ispirato all’ultimo libro. Spero possa accendere ancora una volta i riflettori sul fenomeno dell’immigrazione, un obiettivo che perseguo da oltre venti anni. Cerco solo di lanciare un messaggio.

Quale? Ho cominciato a girare tra le scuole e le università dove mi sforzo di far capire che non è una questione di come la si pensa… Sono esseri umani, non alieni né mostri. Hanno avuto solo la sfortuna di nascere dall’altra parte del mondo, un’Africa che un tempo era ricca e che noi abbiamo depredato, colonizzato, schiavizzato, impoverito.

Paolo Romano