All’università 

Parola più potente  Sfida tra studenti per l’ “hackathon” 

Cinque gruppi di persone si sfidano a colpi di idee per realizzare in dieci ore un prodotto innovativo. I protagonisti sono venticinque giovani laureandi, dottorandi, borsisti e assegnisti dell’Univer...

Cinque gruppi di persone si sfidano a colpi di idee per realizzare in dieci ore un prodotto innovativo. I protagonisti sono venticinque giovani laureandi, dottorandi, borsisti e assegnisti dell’Università di Salerno, esperti in vari domini: informatica, linguistica computazionale, sociologia, grafica, pedagogia ed economia. Divisi in gruppi, al termine di una giornata di studio e progettazione, dovranno realizzare una applicazione, un tool informatico, un prototipo, un documentario, un’analisi dei dati, un metodo applicabile, un algoritmo; in una parola, un prodotto innovativo.
Sono gli ingredienti dell’hackathon universitario che serve a promuovere la creatività e l’innovazione anche nell’Ateneo salernitano. L’evento si tiene oggi a partire dalle 9 ed è organizzato dal laboratorio di Digital Humanities e Information Design, diretto dal professore Guelfo Tozzi, nell’ambito del Dottorato di Scienze del linguaggio, della politica, della società e dell’educazione, che fa capo al Dipartimento di Scienze umane, filosofiche e della formazione coordinato dal professore Annibale Elia. Hackathon è una parola che nasce dalla fusione dei termini “hacker” e “marathon” ed è una vera e propria gara tra sviluppatori, designer e maker. Il termine nasce per definire un evento al quale partecipano solitamente esperti di vari settori dell’informatica; una sorta di maratona di programmazione con un tema e serve a scovare menti brillanti e idee particolarmente innovative. «L’idea dell’hackathon universitario a Salerno – spiega uno degli ideatori, il professore Guelfo Tozzi - nasce dall’esigenza di uscire dagli schemi delle materie che spesso sono molto compartimentali: c’è bisogno che le discipline dialoghino e che non siano solo chiuse in se stesse». Obiettivo dell’hackathon è coinvolgere diverse competenze di giovani studiosi in un ambiente di lavoro e di ricerca in cui vige la collaborazione e anche lo scambio/scontro di idee e proposte applicative in un ambiente libero, per stimolare il confronto e l’intersezione tra diverse discipline solitamente rinchiuse in recinti dal mondo accademico conservatore. Il titolo dell’hackathon salernitano – che, dicono gli organizzatori, è il primo in Italia nell’ambiente accademico - è “Linguaggi + Linguaggi” e fa riferimento all’uso più ampio possibile della parola: linguaggi matematici, di programmazione, dei virtual assistant, visivi, testuali, parlati, semiotici e artistici. Ma come si svolge l’Hackathon all’Università di Salerno? «Ci saranno dei topic generici che verranno comunicati la mattina del 20 e i gruppi di discipline diverse nel giro di una giornata lavorativa dovranno realizzare e poi discutere qualcosa che rappresenti la loro idea. Metteremo a disposizione dei ragazzi un database a cui poter accedere nel corso della giornata» dice Tozzi. I cinque team saranno costituiti con criteri eterogenei e ci sarà campo libero per la creatività e la produttività. I partecipanti resteranno tutta la giornata nell’Aula dottorandi dove faranno anche colazione.
Un’ottima risposta è arrivata già dalle domande per far parte del contest: «Molte più di 25 – precisa Tozzi – perché questa è un’esigenza che viene dal basso e i ragazzi e alcuni colleghi più aperti mentalmente ne sono stati entusiasti». I prodotti, realizzati entro le 19, saranno valutati da una giuria composta dal coordinatore del dottorato, Annibale Elia, da due esperti della Network Contacts e due docenti/ricercatori dell’Ateneo Salernitano. Il team vincente riceverà un premio di duemila euro da spendere sul sito Amazon grazie alla collaborazione con la società Network Contacts dei salernitani Lelio e Marco Borgherese, con sede a Molfetta, Roma e Milano. La società, specializzata in prodotti per il mercato social e per customer service, collabora da tempo con il Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione.
Barbara Ruggiero
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