L'INTERVISTA

Paolo Caiazzo: «Terroni si nasce, è il mio omaggio a Totò»

Il comico napoletano questa sera salirà sul palco dello “Charlot” di Pellezzano

PELLEZZANO - Acuto, poliedrico ed esilarante, Paolo Caiazzo, tra i più apprezzati e conosciuti comici napoletani - volto noto di trasmissioni come “Quelli che il calcio”, “Zelig Off”, “Colorado Cafè Live” e “Made in Sud” - si esibirà stasera al Teatro Charlot di Pellezzano (diretto da Gianluca Tortora e Piermarco Fiore) alle ore 21 con lo spettacolo “Terroni si nasce”, un omaggio alle sue origini che vede in Totò il suo ispiratore.

Paolo Caiazzo, nel suo spettacolo non solto pezzi comici ma anche riflessioni su questioni scottanti di politica nazionale e internazionale. Come far ridere oggi nell’era del “politicamente corretto” e in contesti davvero drammatici?
La comicità è sempre presente e un comico si trova perennemente a fare i conti con la tradizione. Non si inventa nulla perché si scopre sempre di confrontarsi e di cimentarsi in qualcosa già sperimentata dai grandi del passato a cui ci si può ispirare con riscritture o personali interpretazioni. Certamente oggi il comico ha a disposizione mezzi diversi e moderni. Prima vi era solo il teatro, poi si ha avuto il cinema, la televisione, la radio e infine oggi l’epopea del web.

Nel suo spettacolo omaggia Totò, artista che sperimentò varietà, teatro, cinema, televisione, anche cinema-televisione. Cosa ha fatto suo del Principe della risata?
Tra i molteplici aspetti di Totò, ho sempre ammirato la sua eleganza nel trattare gli argomenti comici, poteva fare qualsiasi battuta ma la faceva sempre con notevole eleganza. Un messaggio molto attuale: oggi con le piattaforme moderne, noi comici e attori parliamo dinanzi a un pubblico molto variegato, anche ai bambini. È nostro dovere civico e artistico rispettare tutti. È il modo con cui si fa comicità fa la differenza.

Lei si cimenterà in un omaggio alla “meridionalità”. Ma esiste un confine tra comicità “settentrionale” e “meridionale” o la comicità non ha confini?
La comicità è sempre qualcosa di soggettivo e il comico non potrà mai mettere d’accordo tutti. Dipende da cosa fa ridere e cosa mi stuzzica curiosità. Il fascino della comicità è il non avere certezze per cui tutto dipende da come si tiene il pubblico e dalla bravura del comico di far riflettere lo spettatore (la comicità è riflessione) su un determinato avvenimento o una precisa situazione. Dipende dallo stato emotivo con cui si affronta uno spettacolo e dallo stato emotivo con cui lo affronta il pubblico.

Come cambia e come è cambiata la fruizione del comico nelle diverse piattaforme?
La piattaforma cambia e mutano le modalità con cui si approccia il pubblico e come far passare in maniera spensierata. In teatro si ha il massimo della concentrazione perché si deve intrattenere il pubblico per due ore, diverso è quando si hanno pochi minuti per una piattaforma web o quando si è in televisione dove il tempo è sempre più stretto.

Stefano Pignataro