L'EVENTO

Paolo Belli: «La mia mission? Portare la felicità»

“Pur di fare commedia” al “Diana” di Nocera: «Trent’anni di carriera tra aneddoti e tanta musica»

“Pur di far commedia”: è il titolo del nuovo spettacolo di Paolo Belli che andrà in scena in prima nazionale domani, alle 20:45, al teatro “Diana” di Nocera Inferiore. La storia, scritta dallo stesso showman con Alberto Di Risio, è ambientata in una sala prove dove Paolo Belli tenta tra mille difficoltà di allestire uno spettacolo, tra musicisti e attori ritardatari e personaggi surreali che cercano ogni occasione per guadagnare la ribalta. Tutti elementi che porteranno Paolo a doversi districare tra equivoci, paradossi ed eccessi di protagonismo, per cercare comunque di portare a casa “la serata”. Con Paolo Belli sul palco anche Juan Carlos Albelo Zamora, Gabriele Costantini, Mauro Parma, Enzo Proietti, Gaetano Puzzutiello, Peppe Stefanelli, Paolo Varoli.

Paolo Belli, qual è l’elemento che un bravo artista non deve mai trascurare nel rapporco con il suo pubblico?

Parlando della mia esperienza, posso affermare, in tanti anni di carriera, di musica e di televisione, che il modo migliore per diffondere un contenuto che si creda essere di valore sia il classico “passaparola”; e questo ha valenza in ogni contesto: in letteratura per un libro, al cinema per un film o per uno spettacolo teatrale. Un metodo che vale maggiormente oggi con i tanti input che ci provengono dal mondo digitale che è una vera opportunità e che è un mondo molto frequentato dai giovani che, appunto, devono essere sempre abituati ad un confronto critico e personale per ogni prodotto sottoposto alla loro attenzione.

Un contenuto che sarà rivoluzionato dai mezzi con cui esso viene consegnato?

Il contenuto è il contenuto, la forma d’arte che si è in grado di creare. Spetta allo spettatore verificarne il valore. Il mezzo potrebbe anche essere soggetto a repentini mutamenti nel corso degli anni e dunque muterà la fruizione. Importante è cercare di favorire un approccio mai passivo ma umano che favorisca la circolazione delle idee.

L’eterno rapporto tra tradizione ed innovazione. Le canzoni di Dalla, De Gregori, Jannacci a Fossati fano ormai parte deel suo patrimonio artistico...

Certo, e non solo loro. La nostra grande tradizione musicale ed artistica mi ha formato e ti offre dei modelli che deve fare tuoi e su cui ti puoi confrontare e sui cui puoi studiare. Niente è stato lasciato al caso nella nostra arte. Recentemente ho rivisto tanti film di Totò e ho rinotato che tutto era accuratamente preparato. Ogni prodotto ha bisogno di studio e di un approccio originale che è il tuo stile. Mi auguro sempre di essere apprezzato dal mio pubblico per quello che provo a consegnare loro della mia arte per poter far dire loro che ne è valsa la pena andare ad uno spettacolo.

Lei ha recentemente consigliato ai giovani di provare a proporre un proprio stile anche nei nuovi mezzi di comunicazione…

Assolutamente. È indispensabile, per me, non soltanto acquistare spazi ma anche, come detto, riempire questi spazi del proprio talento, di mettersi in gioco. Anche perché una carriera deve durare decenni, una vita e non soltanto un momento.

Quale Paolo Belli vedremo in “Pur di fare commedia”?

Il Paolo autentico, il Paolo che desidera portare allegria ma che desidera anche far riflettere e condividere un’esperienza di vita, di pensiero. John Belushi diceva nel famoso film diretto da John Landis, “The Blues Brothers”, che “Siamo in missione per conto di Dio”: la mia missione è quella di provare a portare un po’ di felicità alle persone.

Stefano Pignataro