il convegno ai Canottieri IRNO

Pagliara: «La tecnologia ha privato l’architettura del suo spirito poetico»

SALERNO. «Oggi l’architettura tecnologica ha un distacco sempre più marcato dai contenuti e dall’etica. Perché per noi vecchi architetti anche i materiali avevano una morale, che ora è completamente...

SALERNO. «Oggi l’architettura tecnologica ha un distacco sempre più marcato dai contenuti e dall’etica. Perché per noi vecchi architetti anche i materiali avevano una morale, che ora è completamente scomparsa a causa della tecnologia».

Nicola Pagliara, docente di progettazione presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli non ha dubbi: il progresso ha privato l’architettura della propria poesia. «Oggigiorno - ha spiegato - non si fanno più gli schizzi preparatori che, invece, erano la vera e propria anima del progetto. E, per disegnare una prospettiva, che ora s’ottiene, grazie ai programmi del pc, in poche ore, s’impiegavano anche due mesi». Le riflessioni di Pagliara sono giunte nel corso del convegno “Dalla matita al mouse, generazioni di architetti a confronto”, organizzato dall’Ordine degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori della provincia di Salerno, che si è svolto presso il Circolo Canottieri Irno. Al dibattito, oltre a Pagliara, hanno preso parte il presidente dell’Ordine, Maria Gabriella Alfano, Emilia Smeraldo curatrice della mostra, Anna Cicalese, associato di Semiotica presso l’Università degli Studi di Salerno, Riccardo Dalisi, ordinario di progettazione presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli e Fabrizio Mangoni di Santo Stefano, professore di urbanistica all’Università degli Studi Federico II di Napoli.

La tavola rotonda è stata preceduta dall’inaugurazione della mostra di tesi di laurea svolte nel corso degli anni, che ha visto coinvolte diverse generazioni di professionisti dello stesso settore, in un confronto diretto e costruttivo di strumenti, tecniche e modi di progettazione, così distanti eppure così vicini tra loro. «L’elemento immutato – ha evidenziato Alfano - resta sempre la creatività del progettista, al di là che usi la matita o il mouse». E, da qui, è nata l’idea di unire, non solo virtualmente, generazioni d’architetti. «L’auspicio - ha rimarcato Smeraldo - è che la matita possa continuare a mantenere la sua dignità, accostandosi al messo digitale per il raggiungimento di risultati sempre migliori». A conclusione del dibattito, a mettere d’accordo tutti, ci ha pensato l’architettura “commestibile”, ossia torte e dolci raffiguranti “opere”, preparati in gran parte dagli studenti dell’istituto alberghiero “Virtuoso”.

Gaetano de Stefano

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