Paestum di notte è da non perdere

La bellezza dei templi provoca emozioni forti, cariche del vento della storia

di GERARDO PECCI

Con la mostra “La fortuna di Paestum e la memoria moderna del dorico 1750-1830” che si tenne nel 1986 nella Certosa di San Lorenzo a Padula, a cura della storica dell’arte di Joselita Raspi Serra, si apriva una rinnovata riflessione sulla civiltà greca dell’Italia meridionale e sul significato dell’architettura dorica nell’età del Neoclassicismo e non solo. Oggi, a trent’anni di distanza, vi è un altro avvenimento che punta alla fruizione sociale e alla diffusione della cultura architettonica greca di Poseidonia-Paestum. Si tratta dell’apertura al pubblico dell’area archeologica dell’antica città, ma in orario notturno. Una scelta alquanto inusuale, ma certamente vincente, che sta ottenendo un grande successo in queste affollate e calde notti estive pestane del 2016, fino all’11 settembre. Il rapporto tra parco archeologico e Museo Archeologico Nazionale diventa più stretto, più vivo. Chi acquista il biglietto per visitare il Museo lo fa anche per l’area archeologica adiacente e ogni settimana, dal giovedì alla domenica, i templi e il museo sono visitabili in orario serale e notturno.

Sarà possibile usufruire di un percorso illuminato fino alle ore 24. L’ultimo ingresso è previsto alle 23. Il biglietto è acquistabile presso la biglietteria del Museo al costo di euro 7 (gratuito fino a 18 anni e ridotto del 50% tra i 18 e i 25 anni). Il biglietto è totalmente gratuito la prima domenica di ogni mese. L’architettura templare della greca antica è aperta e semplice. È composta sostanzialmente da una piattaforma (stilobate) che poggia sul terreno sulla quale si innalzano, come birilli, lungo il perimetro, colonne dal fusto scanalato che a loro volta sorreggono una trabeazione e una copertura con frontoni triangolari. Nel mezzo, sottratta alla fruizione del pubblico degli antichi fedeli, vi è l’area che era riservata ai sacerdoti e agli addetti alle pulizie e alla manutenzione dei templi. Si tratta della “cella” della divinità a cui il tempio era dedicato, che riduce e accompagna l’area percorribile ai corridoi esterni, di forma allungata e obbliga a un percorso perimetrale. Lo stesso percorso che oggi è possibile compiere nei templi pestani nelle notti estive, accompagnati da luci che rendono suggestiva, ed estremamente romantica, l’atmosfera tra gli scheletri viventi di quest’architettura imponente che ci ricorda le origini mediterranee della civiltà dell’Occidente. Così i nostri occhi, i nostri sensi, rivivono emozioni cariche del vento della storia, della polvere dei secoli, della luce del tempo e anche delle tenebre che per tanti secoli hanno nascosto gelosamente queste meraviglie dell’ingegno e della creatività umane. Si tratta davvero di emozioni forti, all’insegna della memoria, del tempo che ci separa da un passato che non è mai morto e che ora risorge e si ripresenta nei resti maestosi di una popolazione antica che seppe realizzare capolavori immortali di architettura e di arte. La regia delle luci e la magia scenografica del rinnovato parco archeologico di Poseidonia-Paestum sono la tangibile testimonianza di una ferrea volontà, pur tra tante incertezze e problematicità, di rendere sempre più fruibile al pubblico mondiale questo inestimabile patrimonio dell’Unesco. Secoli di storia ci guardano con severità. Milioni di occhi e milioni di cuori hanno interagito, e interagiscono, con queste opere dell’ingegno umano, con la superficie delle colonne consunte e scavate dal tempo, dalla pioggia e dal vento, dalla salsedine del vicinissimo Tirreno. Sono la viva testimonianza di un mondo che ci appartiene. E che dobbiamo gelosamente conservare per trasmetterlo alle generazioni del futuro.

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