Oscar della ricerca scientifica all’ingegnere chimico Russo

La giovane studiosa di Scafati insignita in California dell’ambito riconoscimento Esperta di polveri sottili, lavora al Cnr Napoli. «Anche al Sud ci sono eccellenze»

SALERNO. Premio mondiale per la cultura scientifica ad una ricercatrice salernitana. È Carmela Russo, giovane ingegnere chimico di Scafati, ad aver vinto il Bernard Lewis Fellowship in California, riconoscimento assegnato ogni due anni dal gotha degli studiosi della combustione. Russo ha vinto la competizione e - insieme ai colleghi di prestigiose università quali Stanford and Princeton - ha ricevuto ufficialmente il prestigioso riconoscimento all’Accademia delle Scienze della California, durante il XXXV simposio internazionale sulla combustione che si è svolto il mese scorso.

Grande emozione per la giovane scafatese che ha ricevuto quello che può essere considerato l’oscar scientifico dinanzi a 1500 delegati di tutto il mondo. Nonostante l’età, Russo ha già conseguito importanti traguardi nella ricerca all’estero. Dopo la laurea con lode in Ingegneria Chimica alla Federico II di Napoli, ha trascorso un lungo periodo all’Università di Cambridge, nel Regno Unito, per affinare i suoi studi e le sue competenze nel campo della caratterizzazione dei materiali carboniosi. Al momento è Postdoc all’Istituto di Ricerche sulla Combustione del Cnr di Napoli, dove continua i suoi studi sull’analisi delle polveri sottili. Un argomento, quest’ultimo, al centro di grande interesse in tutte le metropoli del pianeta, considerando le normative sempre più stringenti sulla regolamentazione dell’inquinamento da motori e le giuste preoccupazioni in materia di salute pubblica.

In una Italia spesso associata ad una generale “fuga di cervelli” e ancora di più nel nostro Mezzogiorno, la premiazione della studiosa salernitana va in controtendenza: «Sono molto contenta - spiega Carmela Russo - per questo riconoscimento che premia il lavoro di ricerca del team con il quale ho lavorato. Insieme a me, infatti, Mariano Sirignano, assegnista di ricerca presso l’Università di Napoli Federico II, e il professore Andrea D’Anna dello stesso ateneo, hanno ricevuto un altro importante riconoscimento: la Silver Medal, per i loro studi sulla coagulazione di nano particelle in regime di bassa e media temperatura. Questo conferma come la ricerca nel Sud Italia, nonostante le difficoltà, goda di buona salute, grazie soprattutto a tanti giovani che hanno voglia di dare il loro contributo al progresso scientifico». Un traguardo conquistato a fatica: «A livello internazionale – prosegue Russo - le classifiche sulle eccellenze accademiche nel settore sono dominate ancora dagli Stati Uniti, per numero di centri di ricerca, e dalla Cina».

Paolo Romano

©RIPRODUZIONE RISERVATA