Omicidio medievale a Salerno

Caccia a un medicinale nella trama del “Regolo imperfetto” di Carmine Mari

di BARBARA CANGIANO

Che ci fanno un Charaka, il Sanguinis dragonis, i Tarì di Federico II e una Spongia soporifera, nella Salerno medievale della Scuola medica? Che cosa lega Ugo da Marcina, Arnaldo degli Arsenali, Raimondo di Puglia, alla lotta tra il papato e l'impero, sullo sfondo delle guerre tra ordini monastici militari? L'amore per la propria città, una passione viscerale per la storia e Hermann Von Salza, quarto Gran Maestro dell'Ordine teutonico. «Un giorno per caso, sfogliando un libro che era esposto alla Feltrinelli, scoprii che morì a Salerno, in circostanze misteriose, la notte del 20 marzo del 1239, giorno della scomunica di Federico II. E' stato questo episodio che mi ha spinto a cimentarmi in questo romanzo».

"Il regolo imperfetto", opera prima del salernitano Carmine Mari, non è solo un thriller storico, ma un ricchissimo ed articolato archivio di storia cittadina, dove priori e magister convivono con personaggi inventati di sana piana, all'ombra degli intrighi e delle alchimie di un fazzoletto di case affacciate sul mare, in quel perimetro scandito dal Plaium montis, Porta Maris, Orto Magno e Castel Terracena. Il protagonista è tal Rogerius de Fugualdis («per la costruzione del suo personaggio mi sono ispirato alla traduzione del professore Lauriello del codice medievale Post mundi fabricam, Rogerii Chirurgia», spiega l'autore), chirurgo e magister salernitano vissuto durante l'XI secolo. Figlio di Giovanni, morto in Terrasanta durante la crociata di Federico II sulle tracce di un medicinale prodigioso ricavato dalla muffa di una bacca, si troverà invischiato in una strana vicenda, finendo nelle grinfie e Ugo da Marcina e dell'Arcidiacono Vittore, inquisitore apostolico presso la Curia arcivescovile, ma alla fine, spinto dall'amore per la medicina e per la sua Rebecca, riuscirà nella misteriosa impresa.

Dall'altra parte del sipario, Arnaldo degli Arsenali facendo leva sulla superstizione, aizza il popolo contro raimondo di Puglia, cavaliere di Federico II, che vede in Von Salza l'ultima speranza per scongiurare la bolla papale. Ma l'abile diplomatico, artefice dell'espansione dell'ordine militare in prussia, si ammala e chiede aiuto ai priori della Scuola Medica. «Volevo scrivere un romanzo sulla mia città e rivivere attraverso di esso un breve tratto del suo passato - scrive l'autore - Il medioevo mi è apparso il luogo più appropriato per Salerno, e la città di quei tempi mi ha offerto numerosi spunti, ma avevo necessità di definire innanzitutto il suo spazio fisico».

La ricerca storica, da cronista. La lettura seria, da bibliofilo. La scrittura rigorosa, da documentarista. Un lavoro durato quasi sei anni, densi di fogli A3 sparsi in ogni angolo della casa e pile di volumi dedicati a Salerno.

Come "Un comune del nostro Mezzogiorno nel Medioevo" di Carlo Carucci, che «mi ha condotto nelle strade e tra la gente di quei tempi, aiutandomi a incontrare le varie figure che la governavano, i costumi dell'epoca, e a respirare un po' di quell'aria». Conoscere nel dettaglio ogni anfratto di quei luoghi, diventa talmente necessario che Mari - impiegato della Provincia ed allenatore di canoa - decide di ridisegnare la pianta cittadina nella quale far muovere i suoi personaggi. Quello che colpisce di più, sfogliando le oltre cinquecento pagine del volume, non è (solo) l'intreccio avventuroso condito da decine di personaggi, stilisticamente e filologicamente perfetti, quanto la maniacalità dei dettagli relativi a luoghi, piante, rimedi medicinali. Una carrellata che potrebbe sembrare da "addetti ai lavori", ma che in realtà risulta fondamentale per trascinare il lettore in un Medioevo fatto di mercatores e fundicari.

«Per ricostruire il clima di quell'epoca ho letto tantissimi articoli di giornali, riviste e vecchi libri che ho trovato alla Biblioteca provinciale».

Il resto lo ha fatto la fantasia: «Per quanto riguarda il miracoloso medicinale è stato sufficiente sapere che nell'antichità le muffe erano largamente impiegate ed il salto è stato facile. Poche nozioni di chimica, un po' di empirismo e fantastici ingredienti come la gommoresina del sangue di dragone la tanto ricercata bacca di Charaka, mi hanno consentito di giocare con la scienza». Ed ecco quindi che la spasmodica ricerca del Codice, indispensabile per ricreare la medicina portentosa, diventa la miccia della creazione per un puzzle infinito di storie popolate da Eccardo di Turingia, Vittore da Capua, Fra Matteo, Marciano Lamagruzza, Ticone del Fornaro, Mercuriade del Campo, Pandolfo l'Amalfitano, Martino Capograsso, Romualdo Guarna.

L'elenco è infinito, come le interconnessioni che l'autore riesce a creare tra passato e presente, per fotografare le viscere di una città corrotta e decadente. Il volume - quinto al premio letterario nazionale Yume Loving italian book 2014 - sarà presentato lunedì 22 giugno a Palazzo Fruscione (ore 17), nel primo giorno di apertura del festival Salerno Letteratura.

(Carmine Mari, Il regolo imperfetto, 510 pagine, 19 euro).

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