«Noi sentinelle dell’ambiente»

Intervista al vescovo Orazio Soricelli: appello sulla custodia del territorio

di VITO PINTO

Da Francesco d'Assisi a Papa Francesco, la sfida della Chiesa per il Terzo millennio sembra muoversi sui temi del Creato; dalla laude del Santo Poverello per ciò che era stato donato all'uomo dal Creatore, alla recente enciclica "Laudato sì", con la quale il Papa Bergoglio denuncia le incurie, le violazioni, gli sfregi dell'uomo contro quella che è definita "la casa comune". Così il primo settembre la Chiesa di Roma, in unione con la Chiesa d'Oriente del Patriarca Bartolomeo I, celebrerà la decima giornata per la Custodia del Creato, all'insegna di una nuova "sapienza umana" per abitare la terra. In Costiera Amalfitana, territorio dove, scrisse Domenico Rea: "nel giorno della creazione Dio non ha dimenticato un solo particolare", la giornata si celebrerà domani.

Monsignor Soricelli, arcivescovo di Amalfi e Cava, quale il senso di questa giornata?

Sensibilizzare le persone ad una riflessione sul Creato, sull'ambiente, partendo dalla parola di Dio e dal Magistero della Chiesa. E' un'occasione per guardare alla grave situazione di degrado, di inquinamento, dei disastri metereologici causati dall'incuria umana, dalla mancanza di una vera cultura preventiva. E una giornata per chiedere perdono dei peccati contro la creazione, come dice il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli. E, inoltre, per prendere impegno ad amare, rispettare, custodire, proteggere il Creato. Bisogna che ognuno sia sentinella che vigila. Bisogna che ognuno cambi il suo stile di vita, che distrugge, per praticare le vie della sobrietà e della condivisione. Da anni il Patriarca Bartolomeo porta avanti un impegno sull'ecologia e penso che l'enciclica di Papa Francesco, ovunque bene accolta, abbia dato un colpo d'ala a questo tema.

A quanto sembra il tema dell'ecologia è anche un valido contributo al processo ecumenico.

C'è un importante risvolto ecumenico nella enciclica di Papa Francesco, che cita suoi predecessori, ma anche Bartolomeo I. Non a caso la Giornata per la Custodia del Creato si celebra il primo settembre, giorno del Capodanno Bizantino e nel quale i cristiani d'Oriente celebrano questa Giornata, come noi, per volontà di Paolo VI, celebriamo la Giornata della Pace il primo gennaio.

Eccellenza, territorio della sua Diocesi è la Costiera Amalfitana e la Valle Metelliana: ci sono anche qui problematiche ambientali?

Questo è un territorio invidiabile, incantevole, ma anche molto delicato, fragile, che deve essere protetto, custodito. Ci sono situazioni preoccupanti: le alluvioni quasi cicliche, ultima quella di Atrani, che provocano disastri e morti, gli inquinamenti da onde radio o da rifiuti tossici sotterrati che nuocciono gravemente alla salute delle persone, portano alla necessità di far crescere la cultura del rispetto dell'ambiente, alla sua difesa a tutto campo se si vuole continuare ad avere un territorio degno di chiamarsi divino. Bisogna pensare in termini di nuovo umanesimo, di cui la Chiesa italiana discuterà nel prossimo convegno di Firenze. Per questo il nostro impegno su questo terr. itorio diocesano parte dai gruppi parrocchiali, per ampliarsi nelle scuole, per le quali è stato bandito, dall'apposito ufficio diocesano, un concorso proprio sull'enciclica di Papa Francesco. E' una proposta per far discutere i giovani sui problemi dell'ambiente, sulla tutela del territorio.

Eccellenza nel Vangelo c'è l'invito a leggere i segni dei tempi. Orbene questo Terzo Millennio ci sta riservando ferite per l'ambiente e per l'umanità: inquinamenti di ogni specie, guerre, popoli migranti in fuga dalla storia e senza speranza. Come leggere questi segni?

Il Concilio Vaticano II ha insistito molto sulla lettura dei segni dei tempi, avendo un occhio non distratto sugli avvenimenti. E' un lavoro difficile, impegnativo, ma necessario. Dovremo, quindi, saper cogliere da certe situazioni le origini dei problemi e trovare le giuste soluzioni.

Il documento CEI per la giornata del Creato pone attenzione anche allo sfruttamento dissennato e forzoso della terra, fatto in nome di una crescente richiesta di prodotti. Quindi ogm, culture a rendimento intensivo, e via dicendo. Tuttavia vi è sempre una gran parte di uomini, donne, bambini che ancora muoiono per la fame. Cosa fare?

Purtroppo è l'economia, l'interesse privato, il guadagno personale che muove la storia e i destini dell'uomo. Non c'è pietà, compassione per l'umanità, per le sofferenze dei poveri. Si pensa solo al profitto, all'arricchimento. Continua la storia dei pochi che spadroneggiano a discapito dei tanti poveri. La Chiesa richiama, denuncia le ingiustizie, le sopraffazioni, indicando la strada più giusta ed equa. E' un compito arduo, ma siamo sereni, ottimisti, perché sappiamo dell'opera dello Spirito di Dio che agisce nella storia dell'uomo.

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