IL FESTIVAL

Neri per Caso: «Sanremo è come la nostra seconda casa»

Stasera ritornano sul palco dell’Ariston per duettare insieme a Ghemon

Questa sera la storica formazione salernitana dei “Neri Per Caso” tornerà sul palcoscenico del Festival di Sanremo, a 26 anni dalla loro vittoria tra le nuove proposte con “Le ragazze" che li lanciò nel panorama musicale. Il gruppo accompagnerà l’avellinese Ghemon nella serata dedicata alle cover di brani celebri della nostra musica, eseguendo un medley con “Le ragazze”, “Donne”, “Acqua e sapone” e “La canzone del sole”. Naturalmente monta l’attesa di Massimo De Divitiis, componente della formazione “a cappella”.

Con quale spirito vi siete preparati per un Festival storico come questo?
Ci approcciamo con molto entusiasmo perché siamo tanto legati al Festival. Ci accompagna dall’inizio della nostra carriera perché, anche se non siamo più in gara da tempo, spesso ci passiamo come ospiti: nel 2004 nell’edizione condotta da Simona Ventura e Paola Cortellesi, nel 2008 accompagnammo Mietta, in gara con “Baciamo adesso” e nel 2018 Elio e le Storie Tese con “Arrivedorci”. Quest’anno l’atmosfera è molto particolare, il teatro è vuoto, ci saranno solo gli addetti ai lavori. Non avevo mai visto Sanremo così.

Crede che esibirsi senza pubblico possa essere un deficit per le esibizioni degli artisti?
Il pubblico in sala è importante, ma quello maggiore segue da casa. Potrebbe mancare quel contatto che c’è con il pubblico, e anche non capire la performance in quel momento com’è andata.

Com’è avvenuto l’incontro con Ghemon?
L’incontro è avvenuto perché Ghemon da un po’ di tempo stava ascoltando alcune nostre canzoni e ancor prima di presentare un brano a Sanremo aveva già in mente di coinvolgerci nei suoi progetti. Quando gli si è posta l’opportunità di partecipare a questo Festival gli è sorta in maniera naturale l’idea di coinvolgerci. Siamo stati contattati e ovviamente abbiamo accettato.

Cosa ne pensate del brano in gara di Ghemon, “Momento perfetto”?
Abbiamo ascoltato il suo brano e tutti noi in generale abbiamo sempre apprezzato la musica di Ghemon. In questo tempo abbiamo avuto poi modo di approfondirne la conoscenza e la definirei proprio una bella persona. Ha un bel carattere ed è una persona assolutamente garbata. Si è subito creata un’atmosfera rilassata e abbiamo fatto delle belle prove. Siamo molto soddisfatti.

Qual è il segreto dell’immortalità della vostra “Le ragazze”, che eseguirete nel medley di questa sera?
Il tema della serata è quello di valorizzare i classici della canzone italiana e ormai si può dire che “Le ragazze” sia un evergreen. Si tratta di un pezzo che cantano ancora tutti e ci stupisce che, quando siamo in concerto, ci sono ragazzi e bambini che conoscono il testo a memoria. È un pezzo che evidentemente si tramanda e si può annoverare tra i classici della nostra canzone.

Che ricordi ha di quella partecipazione trionfale, nel 1995?
Eravamo molto giovani, avevamo circa vent’anni e ci trovavamo di fronte a un mondo totalmente nuovo per noi. Ricordiamo in particolare la grande emozione di salire su quel palco, e il momento in cui siamo stati proclamati come vincitori. Ci vennero ad avvisare dicendo di prepararci perché avremmo dovuto eseguire nuovamente la canzone.

L’anno successivo siete poi tornati in gara tra i “Big”…
La pressione era molto maggiore perché la prima volta eravamo più incoscienti, poi si entra in una serie di meccanismi per cui cambia un po’ tutto, tra cui anche l’approccio. Si inizia a pensare anche al giudizio della gente, e ad altri aspetti meno musicali. Fu un’esperienza che affrontammo con molta più consapevolezza.

Andrea Picariello