LA LETTERA

«Ministro Franceschini, salviamo l’antica Nuceria»

La missiva al ministro: i tesori presenti nel sito archeologico sono abbandonati, vanno valorizzati

Onorevole ministro Franceschini,

Le scrivo per dare voce alla mia città: Nocera Superiore, una piccola Pompei immeritatamente caduta nell’oblio. Certo, immagino il suo nome le sarà sconosciuto, come del resto alla maggioranza degli italiani. Così a grandi linee proverò a descriverle quanta vita e cultura Nocera Superiore ha visto passare su di sé dal lontano passato fino a noi. Nel VII secolo a. C. essa fu la casa degli Etruschi, nel VI secolo a. C. degli Osci, soffrì l’egemonia Greca e quindi assorbì gli influssi della cultura Ellenica per decenni. Nel V secolo a. C. fu invasa dai Sanniti e dalla tribù degli Alfaterni che le hanno dato in eredità il nome attuale. Nel 280 a. C. fu a capo della confederazione Sannita-Nucerina che comprendeva nel suo territorio le città di Pompei, Ercolano, Stabia, Sorrento e altri centri minori. Durante la seconda guerra sannitica (218 a. C. -210 a. C.) aderì alla causa italica ricevendo plausi da Roma, ma proprio a causa della sua fedeltà alla capitale fu espugnata e distrutta da Annibale nonostante la strenua difesa opposta dai nostri coraggiosi e valorosi antenati, come ricorda Tito Livio nei suoi scritti. Altre numerose vicende la attanagliarono nei secoli successivi quando vide passare Spartaco, fu proclamata municipium, divenne parte della tribù Menenia e sotto l’imperatore Nerone nel 59 d.C. fu protagonista dell’episodio noto come “la rissa tra pompeiani e nocerini” che stando a Tacito valse a Pompei la squalifica dall’anfiteatro per dieci anni. Ancora oggi l’episodio è divinamente raffigurato sulle mura antiche di una casa plebea a Pompei. In seguito a piegarla e infliggerle distruzione e sofferenze fu la natura con una serie di devastanti cataclismi, terremoti e l’eruzione del Vesuvio nel 79. Seguirono poi dominazioni di Greci, Longobardi, Angioini e Spagnoli fino all’1 gennaio 1851 genetliaco dell’odierna Nocera Superiore.

Ciò che resta oggi di questa ricca e intensa storia è un patrimonio archeologico d’inestimabile pregio. Esso si rende concreto nel battistero paleocristiano di Santa Maria Maggiore (detto anche La Rotonda) fulgido esempio di arte bizantina, ultimo di epoca Giustinianea e secondo in Italia per grandezza della vasca battesimale inferiore solo a quella di San Giovanni in Laterano in Roma. Nel teatro Ellenistico-Romano di Nuceria Alfaterna del II secolo a. C. con i suoi affreschi in terzo stile pompeiano. Nell’anfiteatro di Nuceria Alfaterna del I scolo a. C. inglobato nella vasta area sepolcrale che comprende: la necropoli monumentale di Pizzone (II sec a. C.), la necropoli di Pareti, quella di San Clemente e resti di edifici termali. Nei ritrovamenti, dalle necropoli, di: stipi votivi, tombe romane, tombe del V secolo a. C., circoli in pietra, tombe Ellenistiche, una vastità di monili, vasi in bucchero, anfore che testimoniano i segni degli antichi alfabeti etrusco e Osco e molte monete prova di una peculiare monetazione catalogate da Sambon nel 1903. Le monete dell’antica Nuceria d’argento e bronzo emesse nel periodo tra 290 e 211 a. C., cioè quando Nuceria è tra i socii alla nascita del denario, sono il tratto dell’ingegnosità e della lungimiranza dei nostri avi che avendo assunto un ruolo di dominanza sugli altri centri vicini avevano creato una sorta di moneta confederale. Didrammi di eccezionale fattura che recano, oltre a immagini di divinità e animali, l’iscrizione Nuvkrinum Alafaternum, indicazione del nome della città in alfabeto osco, oggi esposte nel museo di Firenze e in quello di Berlino. Resta, infine, a testimonianza della perduta magnificenza di Nuceria l’acquedotto medievale di San Renato e tutto quello che sarà scoperto in futuro. Perché Nocera Superiore, stratificata com’è di storia e bellezza, continua a dare alla luce ritrovamenti spettacolari.

Solo un paio di mesi orsono in località San Clemente durante uno scavo per la costruzione di un parcheggio è stata trovata un’area d’interesse archeologico tanto che la Soprintendenza dei beni culturali è intervenuta col fermo dei lavori e l’invio di archeologi che si occupino delle nuove scoperte. Eppure tutto questo patrimonio giace, come le dicevo all’inizio, nell’oblio. Le iniziative culturali e di rilancio dell’Antica Nuceria Alfaterna sono pavide e scostanti e quello che più è importante è che non vi è un piano serio con un capitale d’investimento congruo a disposizione della causa. Solo specchietti per le allodole sotto forma di annunci, testimonial, e brevi periodi d’iniziative a singhiozzo spesso affidate ad associazioni con mezzi ridotti. Infatti, Nuceria è ancora pressoché sconosciuta persino alla maggioranza dei suoi abitanti. Eppure nonostante le delusioni di questi anni camminando per le strade della mia città mi accorgo di sentire ancora il presagio di una possibile, meritata rinascita culturale. Sarebbe bello se le nuove generazioni potessero conoscere la storia di quest’antica città, visitare i suoi monumenti, i posti dello svolgersi della storia, toccare con mano l’eredità di antichi popoli valorosi qui vissuti. Magari guidati da esperti ciceroni. Perché questo si realizzi, perché sia inaugurata una stagione di rinascita e di nuova ricchezza culturale ed economica Nocera Superiore ha bisogno del suo intervento, del suo interessamento per riaccendere i riflettori su di sé. Il Rinascimento europeo di cui ha parlato la presidentessa Ursula Von der Leyen potrebbe incontrare qui la sua migliore occasione. Albert Camus scrisse: «La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza».