L'INTERVISTA

Michael Imperioli: «Nel mio romanzo il fascino dei mitici anni ’70 a New York»

Lo scrittore ha ambientato il suo libro in un’epoca che ha amato molto

SALERNO - Michael Imperioli, il Christopher Moltisanti nipote di Tony Soprano nella leggendaria serie che ha mietuto fan in tutto il mondo negli anni 2000, era ieri a Salerno per presentare il suo romanzo d’esordio, “Il profumo bruciò i suoi occhi”, ed. Neri Pozza. In tanti ad applaudirlo al consueto incontro con il pubblico nell’atrio del Duomo, uno dei luoghi più belli del festival Salerno letteratura giunto all’ultima giornata.

Un romanzo newyorkese e un racconto formazione. È quel che si dice del suo romanzo ambientato negli anni ’70. Lei è nato nel 1966, perché ha voluto ambientarlo in un periodo che non ha vissuto, se non come bambino? Volevo parlare degli anni mitici di New York, gli anni ’70, almeno per la mia generazione che non l’ha vissuta ma che però l’ha amata per averne subito il fascino attraverso la musica, gli artisti, i locali, un grande contenitore che facesse da sfondo e da rispecchiamento alla formazione di un ragazzo che scopre se stesso e le contraddizioni della vita.

Poi ha pensato a suo figlio Vadim che era appena entrato nell’adolescenza, e ha voluto calarsi in quel mood, per sentirne le pulsioni e i sentimenti. Perché Lou Reed come controversa figura paterna per Matthew, il protagonista del libro, un adolescente che scopre il mondo? Perché Lou Reed è l’icona che rappresenta meglio la Manhattan di quegli anni. Ho conosciuto Lou Reed una volta negli anni ‘90, e mi si mostrò nel suo doppio aspetto, rude e poi sentimentale. E questo mi colpì molto. Siamo poi diventati amici negli anni 2000 e ho scoperto una personalità ricca. Quando nel 2013 è morto, ho deciso definitivamente di dedicare a lui il mio romanzo, ispirandomi anche a quella doppia sensibilità che mi mostrò la prima volta che ci siamo conosciuti.

Annalisa Vecchio