«Mi ha colpito la modernità di “È piccerella”»

Parla il compositore Roberto Marino che ha musicato dal vivo il film muto di Elvira Notari del 1921

di LICIO ESPOSITO

e PAOLA VACCA

Nuova s. onorizzazione del maestro compositore Roberto Marino e del violinista Raffaello Galibardi alla replica del film “È piccerella” (1921) di Elvira Notari, commento musicale che scopriamo essere una scrittura precisa, al fotogramma, sincronizzata al secondo. Un’opera perfetta e solida, frutto d’intenso e dettagliatissimo lavoro. Riproponibile nel tempo. Basta dare uno sguardo al dettagliatissimo spartito prodotto dal maestro Marino per l’occasione, dove oltre alle note musicali scorgiamo appuntati elementi visivi e di colore in riferimento al film: “entra ‘a piccerella”… “’o nciucio”… “’o malamente”… “chill’ate”… “mo affoga”...

Maestro qual è il suo particolare approccio alla lettura del film, quale il percorso creativo? «Innanzitutto una grande passione per il cinema, con la visione negli anni di moltissimi film, indispensabile per quei compositori che desiderano applicare la loro arte al racconto per immagini – spiega Roberto Marino – Il mio lavoro su ogni pellicola che ho musicato, trattandosi di film muti, è basato innanzitutto sullo studio del film scena per scena, badando a tenere unita la trama narrativa attraverso la musica. Mi piace utilizzare a volte stili musicali che, normalmente, nemmeno mi sognerei di scrivere». «Nel vedere “È piccerella” – ha aggiunto – ciò che mi ha colpito è stata una certa modernità negli sguardi degli attori, lontana dall’affettazione tipica di quell’epoca, e la “tipizzazione” dei personaggi molto realistica. Non mi stupisce che la cultura di regime dell’epoca abbia avuto dei problemi nell’accettare i film della Notari, nei quali l’orgoglioso machismo del ventennio era messo bellamente in crisi, peggio ancora da una donna dotata di cervello e creatività. Anche in questo caso il mio approccio è stato meticoloso, mirato a creare temi che caratterizzassero i personaggi, come in un dramma Wagneriano, elaborandoli con materiale nuovo a seconda delle circostanze: l’esecuzione dal vivo sincronizzata è una passeggiata sul filo, senza una rete su cui atterrare». Un pubblico numeroso, dunque, all’ultimo appuntamento con Elvira Notari, attento ed appassionato, desideroso di conoscere un cinema fatto di storie vere e passioni veraci.

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