Racconti d'estate

Meglio l’estate di forme e curve che quella dei messaggini inevasi

Avevo appena fatto la miscela per la mia Vespa, quando mi arriva un messaggio vocale di Antonio su Whatsapp.
Fab muoviti! Siamo tutti qui.
Allora metto in moto, diretto verso casa di Vincenzo. Citofono, ma niente. Allora gli scrivo su Messenger, è online. Ed ecco che si apre il portone.
Smettetela di ascoltare questa roba.
Prendo il 33 giri di Revolver e lo faccio girare sul Technics e con il Bluetooth lo collego al Bose.
Come si chiama questo pezzo?
Aspetta che lo shazammo.
Si chiama Tomorrow Never Knows, c’è scritto sulla custodia…
Ah ok. Oggi la 3G mi va lenta.
Chi ha fame?
Cerco su Facebook qualche evento culinario e trovo la Sagra del Mallone.
Ci andiamo?
No dai… Paola di Tinder mi ha scritto che a 7 chilometri da qui c’è un casolare che cucina tutto a Km0. C’è addirittura una signora che munge una mucca in diretta streaming.
Ok, ma basta vino paesano, voglio un po’ di solfiti.
Scoppiano tutti a ridere, ma in verità sono serio.
Guardate qui! C’è una foto della signora che munge a 360 gradi, si vedono tutte le mammelle.
Sarebbe stata più efficace una grandangolare.
Oppure uno slow motion.
O una GIF!
Insomma, scendiamo e montiamo sui nostri motorini. Andrea inserisce le coordinate del casolare su Google Maps e partiamo.
Comunque qui c’è scritto che bisogna registrarsi su Eventbrite per entrare. La verza e gli arrosticini sono a numero limitato.
Si paga?
Sì, 10 euro a persona. Faccio io con Paypal, poi me li date a spicci.
Arriviamo e mangiamo. Ci sono balle di fieno come tavolini e pallet di legno come divani. Il prato è molto curato e ad ogni angolo c’è una varietà diversa di fiori e per scoprire i loro nomi c’è un QR code.
Tiriamo fuori il porta-tabacco e arrotoliamo.
Ho comprato con Amazon Prime questi filtri di canapa. Purtroppo però sono al mentolo.
Li ho visti dal tabaccaio sul corso.
Sì, ma di quello non mi fido.
Le persone ballano e scattano foto mosse. Un tipo caccia fuori una di quelle mazze per i selfie, e noto da lontano un paio di ragazze che scoppiano a ridere indicandolo.
Mi ha tinderato Paola, si sono spostati sulla spiaggia.
Farà caldo?
Boh, sono le sei. Meteo.it dice che ci sono 28 gradi.
Ragazzi, guardate in camera!
Clic. Ed ecco la sua ennesima storia su Instagram.
La spiaggia libera era piena di ragazzi, una consolle con il dj, un mini bancone bar e un piccolo falò. Cerco di salutare il dj, ma mi fa cenno di no, indicando il registratore. Forse stava registrando un podcast per Mixcloud.
Ci sediamo sulla sabbia. Il sole sta per tramontare e tutti si ammutoliscono a guardarlo cadere. Una ragazza da lontano, mani sui fianchi e sguardo all’orizzonte, si fa immortalare con un Samsung S5. Mentre noi, seduti e in silenzio, immaginiamo una vita tranquilla con lei, con meno di tre post al giorno.
Da piccolo andavo lì a mare – indicando il lido di fianco.
Me lo ricordo. Mi ruppi un dente su quell’altalena.
Io invece giocavo a FIFA ’98. Una partita costava cinquecento lire…
Oggi ci vogliono cinquanta centesimi.
Era molto meglio prima.
E ci riscopriamo così, affezionati alla nostra infanzia, ingentiliti da un’umanità in cerca di purezza, sacra e ancestrale. Fissando le stelle e cercando di unirle come dei punti, con linee dritte o curve, in cerca di forme, di bellezze perse nel mondo digitale, nella fragilità di un messaggio visualizzato ma non risposto. In un’estate di tanti anni fa, potenziata da chip e immagini e video che mai potrebbero riparare il nostro vuoto, ma soltanto riproporlo in futuro ai posteri, su un cloud.
* Organizzatore di eventi
©RIPRODUZIONE RISERVATA