L'INTERVISTA

Maria Pia Garofalo: «Il mio Sogno in musica»

Con la sua voce il soprano fa vibrare le stelle

Se Giacomo Puccini avesse potuto ascoltarla, avrebbe detto di aver trovato in Maria Pia Garofalo la sua Mimì. Il soprano e cintura nera 2° dan nasceva a Vallo della Lucania nel 1997, ma dalla Generazione Z non ha ereditato il gusto per la musica trap. Agropolese, occhi verdi e lunghi capelli neri, è il volto cinematografico della lirica italiana. Paragonata da Olga Chieffi a Renata Tebaldi, la sua voce fa vibrare le stelle, quelle stesse che alla nascita le hanno instillato il dono del belcanto. Laureata al biennio specialistico in canto lirico e teatro musicale al conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno lo scorso 2020, le mura dell’antico monastero benedettino visibili dal molo Manfredi da ben 10 anni non vedevano una votazione “cum laude” e bacio accademico. A soli 23 anni, s’è esibita nei più prestigiosi teatri e ottenuto riconoscimenti importanti. Tutta sogni e passione, Maria Pia è una promessa della grande musica. Sul palcoscenico la sua timidezza s’annienta. Qui ha trovato il suo posto nel mondo e ricorda che respirare è un vivere naturale, senza impalcature quotidiane che la inibiscono fino a farla balbettare. Da bambina per superare questo ostacolo parlava cantando.

Ricorda il suo primo incontro con la musica classica?

Avevo 4 anni. Parlavo poco o niente per via della mia timidezza, scambiata dai miei genitori con un problema di logopedia. Ero a casa dei nonni. All’improvviso, si diffusero da una radio le note de “Il barbiere di Siviglia”. Iniziai a cantare, rapita dalla voce di Carlo Tagliabue, sconvolgendo tutti i presenti. Col tempo seppi che la sorella di nonna era un famoso mezzo soprano.

E poi?

Mamma m’iscrisse a danza classica. Non andò bene. Tutt’altra storia, invece, il tatami, amore ereditato da papà, maestro di aikido. Ma nel tempo libero mi dedico alla scrittura, passione maturata al liceo classico “Alfonso Gatto”.

Ha scritto dei libri?

Una raccolta di poesie dal titolo “Sogno”, pubblicata nel 2020. Nei prossimi mesi uscirà il romanzo “Il dondolo di legno”. Entrambi per Booksprint Edizioni.

Le lezioni di canto quando sono arrivate?

Ho iniziato a cantare in un coro amatoriale a 12 anni. Durante un’esibizione al castello di Agropoli, mi ascoltò un maestro del “Martucci”. Disse che avrei dovuto studiare al conservatorio. Percorso iniziato a 17 anni.

Ha inciso qualcosa?

A gennaio è uscito il disco inciso insieme a Giovanna Nocetti per Kikko Music.

Un’opera del cuore?

“La Traviata”. Con questa ho debuttato al teatro “Leo de Berardinis” di Vallo della Lucania. E “La Bohème” studiata con il baritono Rolando Panerai.

Adesso cosa fa?

Sto frequentando l’accademia Musicale Europea a Napoli con Romina Casucci, Giovanna Lomazzi, la storica amica di Maria Callas, e Christian Starinieri. Ma tra i maestri del cuore ci sono anche Vincent Scalera e Daniel Oren.

Quale teatro merita una menzione speciale?

L’”Umberto Giordano” di Foggia. Nel 2017, il giorno del mio compleanno partecipai alla 19a edizione del prestigioso concorso indetto dal teatro pugliese. Arrivai tardi e cantai in jeans e sneakers. Non avrei mai pensato di vincere la categoria young. Quell’anno conobbi Piero Giuliacci al quale venne conferito il premio alla carriera.

E all’estero?

Sono stata al conservatorio di Parigi come ospite e quest’anno ho vinto il terzo premio al contest internazionale “Emil Rotundu”. La serata di gala si terrà l’anno prossimo in Romania.

Che effetto le fa debuttare nella sua città il 14 febbraio?

Mi riempie di gioia. Aspettavo questo momento da tanto.

Cljo Proietti