alle 19 al circolo canottieri irno

Mari presenta Rogerius «Dopo la città medievale un altro romanzo storico»

di DAVIDE SPERANZA La Salerno medievale, con protagonista il giovane Rogerius, studente della Scuola Medica Salernitana del 1239, viene raccontata tra storia e fantasia da Carmine Mari. Il libro, “Il...

di DAVIDE SPERANZA

La Salerno medievale, con protagonista il giovane Rogerius, studente della Scuola Medica Salernitana del 1239, viene raccontata tra storia e fantasia da Carmine Mari. Il libro, “Il regolo imperfetto” (Atmosphere Libri, pagg 510, euro 19) che nei mesi ha viaggiato lungo un intenso passaparola, viene presentato stasera alle ore 19 presso il Circolo Canottiere Irno. Ad intervenire, oltre all’autore, saranno Ermanno Guerra, assessore alla Cultura del Comune di Salerno, Antonio Annunziata, socio fondatore del Circolo, mentre a coordinare sarà il giornalista Eduardo Scotti.

Mari, si è creato molto interesse intorno al suo libro e alla storia ambientata a Salerno. Si può parlare già di fenomeno?

«Penso il passaparola inizi a fare il suo effetto. È originale l’intreccio che ruota intorno alla scuola medica. Non mi risulta ci siano stati altri tentativi simili. Parlo della Salerno medievale che ricopriva un ruolo importante, conservava buona parte dell’effervescenza culturale che la Scuola le attribuiva: la città riusciva ad assumere un ruolo politico all’interno delle vicende nazionali».

Può il suo libro dare ragguagli storici ai cittadini salernitani sulla propria città?

«In effetti mi fermano in giro per vedere dove si siano svolte le vicende del romanzo. Il libro è costruito intorno ad una ricostruzione storica fedele a ciò che era la toponomastica dell’epoca e alle figure che animavano quella città. Alla fine non si riesce a capire dove finisce la storia e dove comincia la fantasia».

Può attecchire anche tra gli studenti di Salerno?

«La cosa è auspicabile. Che questo romanzo possa essere introdotto dentro un programma didattico per le superiori, sarebbe meraviglioso».

Come ha proceduto nella strutturazione del lavoro narrativo?

«È stato un lavoro di ricerca in biblioteca, in libreria. Tutto ciò che riguardasse quel periodo, la storia della medicina, il periodo relativo a Federico II. Questo tipo di romanzo funziona se è corretto l’impianto storico. Altrimenti si perde la magia della lettura».

Si è ispirato ad altri autori dello stesso genere letterario?

«Amo molto il romanzo storico dell’800. Mi ha affascinato la lettura de Il nome della rosa. Poi c’è tutta una serie di autori, Ken Follett o Ildefonso Falcones, che possiedono una grande capacità di intrecciare le storie e di farne un plot gigante all’interno di una cornice unitaria».

Perché ha scelto quel periodo?

«Mi è sembrato il più adatto per Salerno. Nel 1239 è morto a Salerno il gran maestro Herman Von Salza, braccio destro di Federico II, proprio il giorno in cui viene data la lettura della scomunica di Papa Gregorio IX allo stesso Federico II. Quella morte è ammantata di mistero».

Progetti nuovi in vista?

«Sto lavorando al secondo romanzo. Sarà ambientato qualche secolo più in là, sempre nell’ambito storico, partendo da Salerno ma poi abbracciando tutto il Meridione».

Lei pratica canoa. Come accompagna questa attività a quella di scrittore?

«Cerco di conciliare una frenesia atletica ad un profondo raccoglimento nello studio e nella scrittura. Ho preso quindi il coraggio di cimentarmi in un lavoro del genere con l’incoscienza dello sportivo che va a ricercare i propri limiti».

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