L'iniziativa

Mappa geografica della memoria nel segno di Rumma 

Presentato il progetto Scabec-Madre-Unisa dedicato al collezionista ed editore salernitano

SALERNO. Salone dei Marmi. Palazzo di Città. 1969. Interno/ Giorno. Marcello Rumma presenta la sua casa editrice. Una sfida folle e coraggiosa, che spariglia i perimetri dell’estetica. Porteranno il suo timbro, tra gli altri, Marchand du Sel di Marchel Duchamp (a cura di Alberto Boatto) e L’uomo nero, il lato insopportabile, di Michelangelo Pistoletto. Salone dei Marmi. palazzo di Città. 2018. Interno/ Giorno. Quarantanove anni dopo, Salerno prova a ricucire uno degli strappi più intensi della sua storia culturale, con un progetto di digitalizzazione e ricerca sull’arte contemporanea italiana che ha poco a vedere con l’omaggio e ancora meno con l’amarcord. L’iniziativa della Direzione generale per l’Università, la ricerca e l’innovazione si sviluppa a partire dallo storico Archivio Rumma ed è realizzata dalla Scabec, società campana per i beni culturali, con la cura della Fondazione per le arti contemporanee Donnaregina e il Museo Madre in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno e i Comuni di Salerno e di Amalfi. Una data c’è già: ottobre 2018. Un progetto definito nel dettaglio, non ancora. Ma saranno tendenzialmente tre i momenti cardine di un lavoro collettivo teso alla costituzione di un centro studi per l’arte contemporanea: un convegno internazionale ospitato in ateneo, momenti performativi e formativi agli arsenali di Amalfi, una grande esposizione al Madre. A Salerno città c’è da aspettarsi il coinvolgimento diretto della fondazione Menna, insieme ad un itinerario di eventi che possa collaborare alla creazione di quello che il direttore del Madre, Andrea Viliani, ha definito un «archivio in movimento», che sappia muoversi e rinforzarsi sulla base di un assunto caro a Rumma: «la cultura non è un quadro a parete ma fuoco vivo, carne e sangue della vita dei cittadini di una polis che sa vivere pienamente diventando comunità». Il punto di partenza sarà l’organizzazione dell’archivio Rumma, che farà da base per un progetto ben più ampio, che prevede l’istituzione di borse di studio per gli studenti, con un’apertura forte verso l’estero, caratterizzata dal desiderio di ripristinare la costruzione, mattone dopo mattone, di una base democratica che funga da collante paritario tra artista, pubblico ed istituzione. Fu questo il motore che fece di Arte povera+Azioni povere (Amalfi, 1968 a cura di Germano Celant) un evento capace di rivoluzionare in modo tangibile la storia e il mercato dell’arte contemporanea, sulle ceneri delle contestazioni che travolsero anche la Biennale di Venezia. L’evento, che vide protagonisti, tra gli altri, Pistoletto, Merz e Paolini, considerato tra le cento mostre più importanti del ventesimo secolo, fu voluto proprio da un giovanissimo Rumma, collezionista e mecenate, dopo Aspetti del ritorno alle cose stesse (1966) a cura di Renato Barilli e L’impatto percettivo 1967 a cura di Alberto Boatto. «Sono stata testimone di questo miracolo che si è potuto realizzare grazie a un sodalizio tra politici e privati illuminati – racconta commossa Lia Rumma durante la conferenza di presentazione del progetto – Oggi si sta verificando per la seconda volta». Sua l’idea di recuperare il patrimonio culturale e identitario del marito, precocemente scomparso. Sua la volontà di puntare sulla cultura di un territorio per evitare il rischio scippo: «Non regaliamo agli altri i nostri tesori», ha commentato ricordando il genio di Ugo Marano e l’apertura, a Ferrara e non a Salerno, di uno spazio museale a lui dedicato. L’obiettivo del progetto «non è la conservazione delle ceneri, ma la custodia del rogo», ha precisato Laura Valente del Cda del Madre. Presenti ieri al Comune anche il rettore Aurelio Tommasetti, il presidente Scabec Antonio Bottiglieri, l’assessore alla cultura del Comune di Amalfi Enza Cobalto, il direttore generale Antonio Oddati e il sindaco Vincenzo Napoli, che ha promesso che l’amministrazione intesterà una strada a Marcello Rumma.
©RIPRODUZIONE RISERVATA