ha vinto il premio albori

Mammola, la poetessa che ama la semplicità

di ANTONIO CORBISIERO Ha v. into con la silloge “Vivere dentro” pubblicata da “Il Papavero” di Manocalzati (in provincia di Avellino), la dodicesima edizione del premio “Albori” per la poesia. Si...

di ANTONIO CORBISIERO

Ha v. into con la silloge “Vivere dentro” pubblicata da “Il Papavero” di Manocalzati (in provincia di Avellino), la dodicesima edizione del premio “Albori” per la poesia. Si tratta di Maria Mammola un’autrice di Mercato San Severino. Oltre ad essere poetessa è anche autrice di testi di canzoni da oltre un ventennio. La sua prima pubblicazione risale al 2014 e ha come titolo “Ti ho rivista ai piedi della luna”, dedicata alla figlia scomparsa prematuramente in età infantile.

Maria Mammola è sposata con un panettiere di Lancusi, con cui gestisce l’attività a conduzione familiare, ha due figlie e la grande passione per tutto ciò che è legato all’arte e alla letteratura. «L’ispirazione per la realizzazione della mia prima opera – racconta l’autrice – è nata quando, una sera, mentre facevo ritorno a casa, alzando lo sguardo al cielo è magicamente apparso il volto di mia figlia avvolto dallo splendore di una magnifica luna».

La prima poesia è dedicata proprio alla figlia ed è intitolata “A mia figlia”. Le poesie contenute nel libro sono un insieme di dolore, passione, amore ed eros che accompagnano il lettore in un viaggio carico di speranza, durante il quale ognuno trae la propria esperienza di vita.

La raccolta di versi con cui ha vinto il premio Albori è, invece, un insieme di testi brevi, intensi folgoranti.

«Una poesia – come ha scritto Manuela Racci nella prefazione – che si fa sussulto, canto sommesso». La poesia di Maria Mammola è molto simile a quella di una grande autrice torinese, Renata Canepa, scomparsa prematuramente, elogiata da critici come Giorgio Bàrberi Squarotti e Claudio Gorlier.

La Mammola predilige misure molto brevi, sia per lo sviluppo dei singoli testi, sia per il verso che tende a scandirsi linearmente sul sostegno della parola.

Per l’autrice sono stati fondamentali autrici come Maria Zambrano, Saffo, Simon Weil, Alda Merini. Da queste letture scaturisce una poesia che è descrizione visionaria, brivido religioso e rende il senso di una profondissima quiete. Dentro non ci sono strappi, impuntature, scatti. Il ritmo è così lineare, dolcemente musicale, limpidamente contemplativo.

La raccolta, infine, si propone come un discorso ininterrotto di confidenza e di inno sommesso alla bellezza e all’amore della vita e finisce a dare a chi l’ascolta il metodo di una lettura delle cose come parte di sé e dei propri sentimenti, come parte della natura, degli avvenimenti, dei giorni, delle stagioni e delle diverse età dell’uomo.

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