da cava all’expo di milano

Madonna con Bambino Una tavola lignea tra i tesori d’Italia

di VITO PINTO È una splendida tavola lignea di “Madonna con Bambino”, da secoli nel patrimonio dell'Abbazia Benedettina della SS. Trinità di Cava de' Tirreni, a rappresentare, nell'ambito della...

di VITO PINTO

È una splendida tavola lignea di “Madonna con Bambino”, da secoli nel patrimonio dell'Abbazia Benedettina della SS. Trinità di Cava de' Tirreni, a rappresentare, nell'ambito della mostra “I tesori d'Italia” allestita nel Padiglione Eataly all'Expo 2015 di Milano, il patrimonio culturale di un cenobio che da oltre mille anni, dal suo romitaggio nella valle del ruscello Selano, è faro di spiritualità e di cultura. Non solo. Da sempre catalogata come opera di “ignoto fiorentino del sec. XIV” è, in effetti, un pregevole lavoro di uno “dei campioni più sofisticati del gotico internazionale”, il fiorentino Piero di Giovanni, meglio noto con il nome da religioso fra’ Lorenzo Monaco, documentato negli anni a cavallo tra il '300 e il '400, «ultimo presidio della civiltà trecentesca prima della rivoluzione del Beato Angelico e del Masaccio”, come annota il critico Vittorio Sgarbi che l'ha riconosciuta nel corso della sua visita all'Abbazia nel dicembre del 2014.

A sostegno della sua attribuzione il critico precisa: «Sorprendenti sono le affinità con opere note del pittore. Penso alla Madonna con Bambino nell'Ancona di Monte Oliveto, ora al Museo di Palazzo Davanzati, o a quella nella collezione Thyssen a Madrid. E ancora alla Madonna con Bambino su un faldistorio della Galleria Nazionale di Edimburgo e a quella, identica anche nella posizione delle mani, della Vergine con il dito indice divaricato dal medio nel Trittico della Collegiata di Empoli».

Pietro di Giovanni nacque probabilmente a Siena intorno al 1370. La sua formazione di pittore e miniatore avvenne - secondo Federico Zeri - nella bottega di Agnolo Gaddi, che si avvalse del giovane Pietro, aveva soltanto 17 anni, nella realizzazione del polittico della cappella Nobili in Santa Maria degli Angeli. Quattro anni dopo, nel 1391, il giovane pittore indossa l'abito religioso dei Camaldolesi, diventando monaco presso il convento di Santa Maria degli Angeli, dove fece la professione dei voti una “domenica notte in presenza di tutto il convento”, con il nome di fra’ Lorenzo fatto seguire dall'appellativo Monaco. Annoverato tra quei religiosi che si dedicarono alla pittura, come il Beato Angelico, Fra Bartolomeo, noto anche come Baccio della Porta, e Filippo Lippi, Fra Lorenzo Monaco è, per la storia dell'arte «un protagonista assoluto della civiltà figurativa tardogotica italiana ed europea».

Uno stile che si mostra in tutta la sua magnificenza nella prestigiosa pala d'altare de “L'Adorazione dei Magi”, oggi conservata agli Uffizi di Firenze, realizzata intorno al 1420, pagata all'artista con l'alta somma di 182 fiorini, testimonianza del prestigio del pittore. L'opera probabilmente era per quel convento fiorentino di San Marco dove, in seguito, vivrà Guido di Pietro che in quegli anni indossò l'abito dei domenicani, assumendo il nome di fra’ Giovanni da Fiesole, meglio conosciuto come Beato Angelico, e che diverrà allievo di Fra' Lorenzo Monaco. E fu l'Angelico a completare, nel 1432, la pala di Santa Trinità iniziata da fra’ Lorenzo e rimasta incompiuta per sopraggiunta morte, commissionata al Camaldolese dagli Strozzi per la cappella funeraria di famiglia.

Scrive Angelo Tartuferi che fra’ Lorenzo era pittore “raffinato, dalla tavolozza luminosa, brillante, di sovrumana eleganza, che non sono perfezioni formali senza vita, ma espressioni coinvolgenti dei moti dell'animo”.

Era l'epoca di Gentile da Fabriano, Filippo Brunelleschi, Donatello, Masaccio.

Dopo l'attribuzione, il dipinto, in precarie condizioni di conservazione, è stato sottoposto a restauro, grazie al mecenatismo di Veronica Nicoli e Armando Principe, imprenditori campani, che ha ridato freschezza ai colori soprattutto alla veste rosa del Bambino e alla tunica blu della Madre; restaurata, dal laboratorio cavese di Diana Eleonora Maria Spada la tavola è stata, quindi, portata in esposizione al Padiglione Eataly dell'Expo milanese tra i 300 capolavori selezionati come “I tesori d'Italia”.

L'opera è una tempera su tavola cuspidata di cm.100x54 e rappresenta una “Madonna con Bambino” seduta su un cuscino dorato sopra un prezioso tappeto damascato rosso e oro.

Spiega Vittorio Sgarbi: «Si tratta probabilmente della parte centrale di un polittico, d'impianto semplice e rigoroso, pur nella ricchezza della decorazione denunciata dal tappeto».

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