L'INTERVISTA

Luca Miniero torna a Salerno: «Sul set mi è piaciuto l’andirivieni di curiosi»

Il regista ospite stasera di Linea d’Ombra alla Sala Pasolini

SALERNO - Terzo incontro d’autore al festival Linea d’Ombra: stasera sarà ospite il regista Luca Miniero.

Miniero, dopo aver animato l’estate salernitana con il suo allegro set di “Attenti al gorilla”, torna stasera a Salerno ospite di Linea d’Ombra (Sala Pasolini alle 22,30), il festival che per il concorso ha puntato sui cortometraggi. Lei che ha iniziato la sua carriera con corti pubblicitari e a soggetto di successo, crede che abbiano una loro dignità di genere o sono solo una palestra per esordire nel lungometraggio?

Senz’altro sono il veicolo migliore per il racconto lungo. Richiedono una forte idea centrale, senso delle inquadrature, sono insomma film brevi, quindi sono un genere. Come “palestra” li preferisco alle web series perché sono veri e propri film ma brevi. Il problema è che, soprattutto in Italia, non hanno mercato.

Stasera l’incontro previsto per le 20.30 è stato spostato di due ore per la partita del Napoli. Non le ha dato fastidio?

Ehi, il calcio è una cosa seria! Non ci sarei stato nemmeno io! Non solo sono un grande tifoso del Napoli ma guardo tutto, non solo la Champions, ma tutti campionati .

Lei torna a Salerno dopo aver girato qui in estate “Attenti al gorilla”(nelle sale dal 10 gennaio) che ha entusiasmato la città. Come si è trovato a girare in provincia?

Amo il caos, nel set e attorno al set. Per esempio, in “Attenti al gorilla” ero alla mia prima esperienza con gli animali, che qualche problema l’ha dato, ma è stato, tutto sommato, divertente. Non sono di quei registi che vuole l’estremo silenzio e si infastidisce ad ogni distrazione. A Salerno, mi piaceva tutto quell’andirivieni di curiosi che si era creato attorno al set. A Roma è diverso, sono abituati quindi c’è più indifferenza, ma non è che per questo si lavori meglio. Insomma, è stata un’esperienza solo positiva.

Le sue commedie sono sempre favole surreali a sfondo sociale. Nel film precedente, “Sono tornato”, sperimentava diversi linguaggi affrontando temi più politici che sociali. Con “Attenti al gorilla” sterza ancora e si cimenta nel disimpegno della commedia per famiglie. Non teme critiche?

La commedia è un contenitore per raccontare e riflettere su temi importanti, che non fanno ridere, con leggerezza. “Attenti al gorilla”, è vero, è un film per famiglie, ma racconto il rapporto tra uomo e animale, dove il gorilla pensa meglio dell’uomo (Frank Matano n.d.r. )! Molto diverso da “Sono tornato”, per il quale avevo scelto un linguaggio e un tema che mi è dispiaciuto lasciare in sospeso. Ma non è detto che non ci ritorni. E poi io non sono mai soddisfatto dei miei film, me ne piace solo una parte. Li considero come tasselli di un puzzle che costruiscono ogni volta qualcosa che mi fa dire: sì, quello che ho fatto mi piace!

Annalisa Vecchio