Lerro, i fratelli della scrittura

Lucrezia e Menotti, originari di Omignano, sono diventati due autori molto seguiti dal pubblico

ANTONIO CORBISIERO

Se avete almeno un fratello o una sorella vi sarà capitato di litigarci, di farvi i dispetti, di stuzzicarvi e di scaricare su di lui/lei tutte le colpe, di fronte ai vostri genitori. La letteratura, poi, è piena di fratelli litigiosi, giovani e vecchi. Fratelli minori che adorano senza essere corrisposti i fratelli maggiori (come nel libro di Eliot), fratelli che competono per l’attenzione dei genitori, fratelli che maltrattano (Caino e Abele ne sono un’estremizzazione), fratelli che tradiscono, che amano troppo, che si danno fastidio a vicenda solo perché sono fratelli. I fratelli (e le sorelle) resteranno tali per tutta la vita. Di Omignano, nel Cilento, sono originari Menotti e Lucrezia Lerro, fratello e sorella (non in competizione, anzi a volte partecipano insieme a reading e festival) sono due nomi affermati nel campo letterario. Il primo come poeta, Lucrezia come scrittrice. «Mio padre Pietro – racconta Menotti – oggi in pensione era falegname. Un artigiano con la passione della poesia e in inverno davanti al focolare amava recitare versi di grandi poeti. Leopardi, Ungaretti, Quasimodo». Chissà che non sia stato lui ad appassionare i figli alla letteratura. Lucrezia è nata nel 1977. Vive e lavora a Milano. Ha pubblicato diversi romanzi per Bompiani. Nel romanzo La confraternita delle puttane racconta di un Sud profondo, un piccolo paese dell’entroterra, alla fine degli anni Ottanta, dove vivono molte ragazze, colme di speranza ma schiacciate da un orizzonte che sembra negarsi a ogni passo. Il contagio dell’amore – Etty Hillesum e Julius Spier, San Paolo editore, 2016, è il suo ultimo romanzo che parte dalle miserie umane per progettare un amore universale. Etty Hillesum e Julius Spier, due personaggi storici di un livello intellettuale raro, sono i protagonisti del romanzo della Lerro che ancora una volta ci regala pagine d’intensità ed emozione, declinando così tutte le forme possibili dell’amore e del disamore personale, familiare, collettivo. Menotti è nato nel 1980. Dopo essersi diplomato, decide di seguire la sempre più crescente pulsione letteraria. Si laurea in lingue e letterature straniere con una tesi sulla poesia di Eugenio Montale e Thomas Stearns Eliot e, dopo essersi iscritto all’albo nazionale dei giornalisti pubblicisti, lavora per la redazione Narrativa italiana e straniera della casa editrice Mondadori a Milano. La sua prima poesia in assoluto risale al 1996, Ceppi incerti, scritta vicino al camino di casa sua: «Avevo 16 anni e scrissi i miei primi versi davanti ai legnetti che ardevano lentamente nel camino di casa mia. Quei ceppi che facevano così tanta fatica a bruciare e a riscaldarmi, mi sembravano simboleggiare perfettamente la mia esistenza, le mie incertezze esistenziali, la mia anima». Pane e zucchero è l’ultimo libro di versi di Menotti Lerro (Ladolfi, 2016). Menotti ha conseguito numerosi riconoscimenti ed è un autore poliedrico che ha all’attivo anche opere teatrali. Tra l’altro ha vinto il premio Renata Canepa al Salone del libro di Torino.©RIPRODUZIONE RISERVATA