CARTA GIALLA

Le Salernitane? Solo guardare...

Il consiglio ai soldati americani contenuto nelle guide fornite agli Alleati nel settembre ’43

Nel settembre 2013, per il 70° anniversario dello sbarco degli Alleati a Salerno, il Settore Musei e Biblioteche della Provincia di Salerno celebrava l’evento con l’organizzazione di una Giornata di studi e l’allestimento della mostra bibliografica “Salerno 1943. Libri in guerra”, con l’esposizione di testimonianze significative di quel tempo, giornali, libri e documenti, costituenti il corposo fondo conservato presso la Biblioteca Provinciale. Il fondo librario in lingua inglese di produzione alleata per le proprie forze armate fu con grande cura esposto per la mostra e poi ottimamente illustrato e schedato da Wilma Leone nel catalogo pubblicato l’anno successivo. Vi sono presenti libri dei più svariati generi letterari, reportage e romanzi di guerra, biografie, libri di viaggio e di consultazione, manca tuttavia in quel catalogo e in altri che abbiamo consultato un particolare tipo di pubblicazioni anglo-americane - pure dovettero avere una tiratura molto alta, tra il 1943 e il 1944 - che meglio di ogni altro testo rappresentano l’abito mentale degli alti comandi alleati nei confronti dell’Italia e degli italiani: sono le guide date in dotazione a ogni soldato per muoversi sul territorio e interagire con la popolazione. Ne abbiamo qualcuna per le mani e ci pare necessario rilevarne ancora una volta il carattere - per così dire - si “democratico” e civile, rispetto a quello dell’occupante tedesco, ma tuttavia non privo di supponenza e del taglio di superiorità del resto tipico del vincitore. Prendiamo ad esempio due di queste guide: “Soldier’s Guide to Italy” e “Soldier’s Guide to Sicily”, ristampata e tradotta quest’ultima da Sellerio nel 2013, con introduzione di Andrea Camilleri

. La “Soldier’s Guide to Italy” è senza indicazioni editoriali, ma fu stampata certamente dopo il 25 luglio 1943 perché si menziona nel testo lo scioglimento del P.N.F.. L’esemplare in nostro possesso reca alla pagina introduttiva una nota manoscritta, attribuibile quasi certamente a un militare americano che si firma con le proprie iniziali T. J. seguite dalla scritta VI CArm-3 - Salerno 9.24.’43.. A Salerno com’è noto gli americani entrarono combattendo contro i tedeschi l’11 settembre e a Napoli entrarono solo il 1° ottobre, perciò l’anonimo titolare della guida fu certamente di stanza nella città per qualche tempo, in quel terribile settembre 1943. Quello che si nota nell’opuscolo passato per quelle mani è il doppio segno di lapis intorno al paragrafo “Contacts whit women” a pag.13. La doppia sottolineatura da parte del soldato è un esplicito segnale di interesse per l’argomento, laddove i redattori di quella voce avvertono dei pericoli che il soldato corre nei contatti con le donne italiane, solitamente molto invitanti (“There are many warm-looking, attractive women in Italy”) e l’anonimo estensore del paragrafo lo mette in guardia non solo dal rischio di malattie veneree ma anche da quello di potersi imbattere in una spia in gonnella al pari di qualsiasi altro agente nemico, e avverte che, purtroppo, non si tratta di storie da film: «This kind of thing happens not only in the Hollywood screen». Ancora più pesante è l’avvertimento sulle donne siciliane contenuto nella guida per la Sicilia: «La moralità è superficialmente molto rigida (…) essa è, in realtà, a un livello molto basso, soprattutto nelle aree agricole. Il siciliano è ancora, tuttavia, noto per l’estrema gelosia nei confronti delle sue donne, e in un momento di eccesso fa ancora ricorso al coltellO». Nell’altra guida però si avverte: «Non pensate quindi che vi sarà facile in Italia rimorchiare una ragazza rispettabile senza incorrere in una lite furibonda, e ricordatevi che non pochi tedeschi hanno posto prematuramente fine ai loro giorni proprio facendo tentativi del genere» (pag. 13), segnalando nel contempo che se una donna si avvicina per chiedere una sigaretta «non è certo perché ha voglia di fumare» (pag. 14). Nella parte in cui si tratta del carattere degli italiani, a pag. 20, l’estensore si lascia andare la mano nel definirli emotivi, vanitosi, non troppo rispettosi della legge come lo sono americani e inglesi e citando persino il proverbio (in italiano nel testo) «fatta la legge, trovato l’inganno». Poi una nota specifica avverte che gli italiani, dopo 20 anni di fascismo, non somigliano per niente a quelli eventualmente conosciuti in America e che i rapporti con essi occupati non sarà facile: «Still you should remember that Italians in their own country, after 20 years of Fascism, are by no means the same Italians you may have known in America, and in any case the relations of an occupying force with the occupied nation can never be easy». Non dimentichi poi il soldato che in quanto occupante ha diritto a essere servito per primo rispetto ai civili i (pag. 8).

Nell’introduzione alla guida siciliana ristampata da Sellerio, Camilleri dice «nella Guida, in filigrana, si può scorgere la malcelata valutazione, orgogliosa e colonialistica, che gli alti comandi alleati davano del loro compito. Che non era solo ed esclusivamente quello di combattere il nazifascismo ma anche di portare la loro idea di civiltà nei territori liberati, generalmente e genericamente considerati in stato di grande arretratezza. Ma Guerra e Civiltà sono parole di segno opposto. Metterle allora sullo stesso piano fu un errore soprattutto politico, errore dal quale pare che gli Usa non si siano mai voluti emendare». Abbiamo tralasciato quelle parti dei due opuscoli che trattano dei costumi, del cibo, frasario essenziale e altre nozioni utili, per concentrare l’attenzione sull’aspetto centrale nella storia di quella guerra: al di là di quanto s’è detto del rapporto mai facile tra vincitori e vinti, e per quanto si debba riconoscere l’enorme tributo di sangue di americani e inglesi per la liberazione dal nazi-fascismo, non si può non essere d’accordo col giudizio critico di Camilleri, che cioè essi in Italia hanno avuto atteggiamenti da colonizzatori prima che da liberatori, condizionando e censurando la vita politica e civile. Giova ricordare infatti che il primo provvedimento tra i Comandi Alleati e il governo Badoglio fu la sospensione della libertà di stampa e di ogni attività editoriale, subordinata al nulla osta del Comando Alleato, per mezzo del Psychological Warfare Branch (PWB ), che svolse presso di noi un’incessante attività di promozione del modello americano dal luglio 1943 fino al dicembre del 1945.