Le pergamene vanno in rete

L’Archivio Diocesano vara il piano di digitalizzazione dell’antica collezione

di Massimiliano Lanzotto

OLEVANO SUL TUSCIANO

Da Matera, capitale europea della cultura e “città dei Sassi”, alla Grotta di Olevano: è il viaggio condotto lo scorso mese di ottobre da Richard Hodges, uno dei maggiori medievalisti, archeologo britannico e presidente dell’Aur (American University di Roma). Il suo itinerario nel sud, nelle terre descritte da Carlo Levi nel suo romanzo autobiografico “Cristo si è fermato ad Eboli”, lo ha raccontato in un articolo pubblicato sul magazine britannico “Word Archeology Current”, rivista diffusa in tutto il mondo, rivolta agli appassionati e cultori di archeologia. Hodges descrive la dimora di San Michele Arcangelo, patrono di Olevano, “un glorioso santuario millenario”. Richard Hodges inizia col porre una domanda ai suoi lettori: “perché proprio qui?”. Parlando di Olevano, paesino dell’entroterra salernitano, sconosciuto ai più, racconta di un posto immerso nella natura, sulle colline dei Monti Picentini. Descrive la veduta: l’ampiezza del golfo di Salerno fino a Paestum. Per lui è tutta una scoperta. Anche quando il medievalista di fama internazionale si trova all’ingresso della Grotta, non ha un’idea compiuta di cosa troverà oltre quel “muro”. Sarà un’autentica rivelazione. L’insediamento santuariale rappresenta uno degli esempi meglio conservati della cultura artistica longobarda nell’Italia meridionale. Nel suo viaggio alla scoperta della storia millenaria della Grotta di Olevano a fargli da accompagnatore c’è il professore Alessandro Di Muro dell’università della Calabria, olevanese. Di Muro gli mostra le testimonianze presenti nella Grotta: dall’edificio del VII secolo al battistero del IX secolo. In quest’ultimo luogo, durante una campagna di scavi, effettuata sotto l’egida della Soprintendenza di Salerno, sono stati riportati alla luce alcuni antichi acquamanile, che ricordano addirittura figure cinesi. Presto saranno esposti con altri reperti nell’Antiquarium – in fase di allestimento – istituito dal Comune di Olevano. Addentrandosi nella penombra Hodges scopre due delle sette chiese e si sofferma sugli affreschi. Nell’ultima cappella scopre tra le firme dei pellegrini, che usavano lasciare traccia del loro passaggio sotto l’abside, proprio come se fosse un libro degli ospiti, anche quella di un viaggiatore anglosassone. Tal Roffrid. Altro visitatore è il monaco borgognone Bernardo, nell’870, che attesta il prestigio internazionale della Grotta di Olevano e la colloca nell’itinerario dei pellegrini verso la Terra Santa, tra San Michele al Gargano e Roma fino alla Normandia. Hodges fa un accenno sulla statua lignea del XVII secolo dell’Arcangelo Michele. Lo studioso britannico, che ha provato il percorso tortuoso per raggiungere il santuario, elogia la devozione e l’azione “eroica” dei portatori che, l’8 maggio, nel segno della tradizione e della profonda devozione, portano a spalla la statua lungo il sentiero che si inerpica per la montagna. Un cammino lungo otto chilometri su fondi sdrucciolevoli e gradini di terra, sostenuti da pali di legno. Nel suo viaggio Richard Hodges era accompagnato dalla moglie Kim Bowes,. direttrice dell’Accademia Americana a Roma. “Il piacere sublime di questo posto (la grotta di Olevano) è la sua crudezza – scrive Hodges nel suo articolo - Non c’è nulla di paragonabile”. La grotta di San Michele Arcangelo è situata sul versante occidentale del Monte Raione o Sant’Elmo. All’interno della cavità naturale vi è ubicato il complesso monastico altomedioevale. Il Word Monument Fund lo ha inserito nella classifica dei “100 monumenti più importanti al mondo, a rischio e da salvare”. Si tratta di un luogo molto caro agli olevanesi perché è la dimora dell’Arcangelo Michele. Il sito comprende un’area esterna, con i ruderi di un struttura monastica, detta Giardino del Papa in ricordo della permanenza di San Gregorio VII. La Grotta è interessata da un intervento di riqualificazione finanziato dalla Regione per 3,6 milioni di euro.

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