TEATRO

Latini apre oggi “L’Essere e l’Umano”

Nocera Inferiore: al Diana in scena lo spettacolo “Metamorfosi”

NOCERA INFERIORE. «Penso a Le Metamorfosi di Ovidio come a un prezioso vocabolario per immagini. Voglio provare l’occasione di non mettere in scena quei Miti, ma “tradurre”, nell’etimologia comune di tradire e tradizione, ciò che alcuni Miti sembrano custodire per il contemporaneo. Non voglio provare a definire, ma voglio lavorare sulle metamorfosi del linguaggio teatrale, sulle sue sollecitazioni, sui suoi limiti e sulle capacità di dire oltre l’evidente». Così Roberto Latini spiegava, in un suo appunto critico, lo spettacolo che porterà in scena stasera alle ore 21 al Teatro Diana di Nocera Inferiore. “Metamorfosi (di forme mutate in corpi nuovi)” è l’adattamento per il palco che Latini ha voluto donare al suo pubblico nel primo appuntamento della rassegna “L’Essere e l’Umano” a cura di Artenauta Teatro. Come Ovidio, nelle sue Metamorfosi, aveva dimostrato di saper reinterpretare i miti dei suoi predecessori, così Latini plasma il poema del celebre intellettuale romano contemporaneizzandone l’opera. Ecco allora che divinità e uomini diventano figure clownesche, capaci di andare, forse, ancora più a fondo nei rapporti che segnano l’esistenza di uomini e donne, all’interno di quel “Caos” diventato ordinato che, alla fine dei conti, non è altro che la “Vita”. «Lo spettacolo parte da Ovidio e lo fa attraverso alcuni miti riconoscibili - spiega Roberto Latini - approfittando che gli spettatori sappiano quale sia l’ambiente di riferimento, come per Narciso piuttosto che per Orfeo ed Euridice. Mi interessava, del nostro lavoro, la sua proposizione in varie forme, proprio per calarlo dentro una metamorfizzazione, dentro la capacità di non chiudersi nella sua fattura. Ciò che presenteremo a Nocera, non lo abbiamo mai fatto da nessun’altra parte». Latini ammette l’impossibilità di portare il testo ovidiano sulla scena. «Proprio questo motivo mi ha spinto ad affrontarlo, sapendo che non saremmo mai arrivati ad uno spettacolo definito. Un testo fondamentale per tutte le letterature occidentali e contemporanee, dal quale hanno attinto i più grandi, come Shakespeare. Ad esempio, Piramo e Tisbe rappresentano l’anticamera di Romeo e Giulietta. Le figure saranno dei clown ma non clowneggiano, saltano la questione attore-personaggio. La machera del clown sa restituirci direttamente l’essere umano come nessun’altra». Mimo, poeta, attore, danzatore di fatto e di parole. Quello di Latini, si conferma un teatro fatto di teatri, uno studio profondo e pericolosamente trasgressivo nelle infinite identità dell’uomo. «Credo esista un teatro per ogni attore, come per ogni spettatore», dice Latini. Il suo percorso di professionista ha una partenza ben precisa: lo Studio di Recitazione e di Ricerca teatrale di Perla Peragallo. Da lì l’attore romano ha preso il volo, per fondare in seguito la compagnia “Fortebraccio Teatro”, nella quale collabora insieme a Gianluca Misiti e Max Mugnai.

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