“La vita nascosta” a Roma firmata Ficocelli

Il romanzo d’esordio della giornalista sarà presentato stasera alla Caféterie di Salerno

di DAVIDE SPERANZA

Voltaire era solito dire che «la civiltà non ha cancellato la barbarie, l’ha perfezionata e resa più crudele e barbara». Nella cosiddetta civiltà del terzo millennio, si consumano vite nascoste, guerre sessuali, vuoti sociali che sfociano in tragedie. La letteratura, ancora oggi, si fa megafono di questo speciale mondo, quello degli ultimi. Ne è esempio, il romanzo, “La vita nascosta” (MdS, pp. 181, 12 euro), di Sara Ficocelli. Il volume verrà presentato oggi (ore 19), alla Caféterie di Salerno in via Torretta, alla presenza di Fabrizio Bartelloni (letture di Claudio Lardo ed Emanuela Carrafiello). Collaboratrice di “la Repubblica”, premiata con il Sodalitas e il Paidoss per le sue inchieste su donne, welfare e prostituzione minorile, oltre che con una menzione speciale al premio Tonino Carino per un reportage sull’Australia, Sara Ficocelli mette in scena una storia corale ambientata a Roma. Una capitale completamente diversa da quella dei festini borghesi di Paolo Sorrentino, una città di frontiera, nascosta agli occhi dei più, così come nascoste sono le vite delle variopinte figure che la popolano, che si anima e prende vita nei quartieri popolari, nelle borgate, nei campi nomadi, in tutti quei luoghi dove i turisti non s’avventurano e che molti degli stessi abitanti della capitale preferiscono fingere d’ignorare. In questo mondo nascosto, prende vita la vicenda di Iris, transessuale bella, colta e intelligente che “fa la vita” sognandone una “normale” accanto a Roberto, il fidanzato che pur amandola non riesce a non vergognarsi di lei, e di Aneta, quindicenne d’etnia Sinti in fuga dal suo campo e in lotta contro tutto. Due personaggi ai margini che si ritroveranno, quasi loro malgrado, a camminare a fianco, due vite sconosciute e difficili costrette a confrontarsi senza maschere con una Roma spietata, piena di pregiudizi e ipocrisia, dove, appunto, la barbarie sociale prende il sopravvento e mette a dura prova l’anelito di civiltà cui ognuno aspira, a volte. È la Roma – e quindi anche lo specchio di una Italia – capitale della “grande bruttezza” dove il tempo scorre scandito da problemi logoranti, piccoli o grandi orrori quotidiani e la rassegnazione e la miglior alleata. Il romanzo, opera d’esordio di Sara Ficocelli, pubblicato poco più di un mese fa dalla giovane casa editrice toscana MdS, è già andato in ristampa, diventando un vero e proprio caso letterario.

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