La trasformazione come volano dell’economia

Così il piano può valorizzare l’indotto. Il sindaco Torquato: «Puntare al riscatto del territorio»

NOCERA INFERIORE. Il disegno della rivoluzionaria mobilità, secondo il disegno della “Cittanova” (interramento della ferrovia, collegamento Pompei-Nuceria, riqualificazione archeologica con richiamo turistico), può sviluppare una economia di sistema che coinvolge tutto l’Agro e le sue attività, compresa l’agricoltura: è già in fase di rodaggio, per esempio, una agricoltura biologica e un interesse per i grandi gruppi (Eataly) di prodotti di nicchia. Il museo, in cui verrebbe trasformata la caserma Tofano, con le sue mostre itineranti, potrebbe determinare un miglioramento del senso estetico, il consumo di cultura può modificare i comportamenti delle persone e migliorarne la qualità della vita. Senza parlare degli effetti e impatti positivi di un grande Parco che collegherebbe Nocera con Pompei. Questa sorta di “Trinità progettuale” – infrastrutture, patrimonio archeologico e unione Nuceria-Pompei – prevede un rinnovamento della percezione che si ha delle terre dell’Agro. Da area messa in ginocchio a causa dei problemi di natura economica e sociale, la Valle del Sarno andrebbe a riconquistare una posizione di spicco non solo nell’ambito salernitano, ma nel più vasto contesto regionale, ponendosi come funzionale punto di raccordo tra il nord e il sud della Campania.

Come ha spiegato l’architetto Salvatore Scoppetta, durante la conferenza, il disegno progettuale deve andare a valorizzare l’indotto dell’intera area. Lo stesso sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, ha parlato di «ridisegno del ruolo delle nostre città». «Da troppo tempo, l’Agro si è trasformato da luogo di produzioni agricole e mobilità a luogo di residenzialità e di servizi – ha spiegato il primo cittadino – Stiamo perdendo il ruolo di centro di mobilità, quello della linea ferroviaria e della grande direttrice autostradale. Abbiamo perso la funzione produttiva e il ruolo di snodo centrale della Campania . La nostra è una proposizione di riscatto del territorio. Dobbiamo portare avanti un’economia della nostra area sulla base della ricezione, dell’archeologia, della cultura. In questa riperimetrazione del territorio bisogna conservare ciò che si ha, limitare gli interventi edilizi, recuperare un ragionamento sulle logistiche commerciali e retro portuali e pensare anche altro, ovvero innovare il rapporto pubblico-privato».(d. s.)