LA STORIA

La Spigolatrice che raccontò Sapri al mondo

Domani nei giardini del lungomare verrà scoperta la scultura di Stifano che celebra la figura creata dal poeta Mercantini

Domani, con inizio alle ore 15, nei giardini del Lungomare Italia di Sapri, si svolgerà la cerimonia di svelamento di una scultura in bronzo della Spigolatrice. Saranno presenti il sindaco Antonio Gentile, il senatore Francesco Castiello, il presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Tommaso Pellegrino e il presidente del Movimento 5Stelle Giuseppe Conte. «Questa scultura - afferma il primo cittadino di Sapri - sarà sicuramente più fruibile, per residenti, villeggianti, turisti e visitatori, di quella posta nel 1994, per scelta infelice, sullo scoglio dello Scialandro, isolotto che chiude ad oriente la baia di Sapri: distante, poco visibile e difficile da raggiungere anche solo per scattare una foto ricordo».

La nuova opera, frutto di un protocollo di intesa sottoscritto dalla Fondazione “Grande Lucania”, dall’Ente Parco e dal Comune di Sapri, è stata realizzata dallo scultore cilentano Emanuele Stifano, autore anche della statua di Palinuro - mitico nocchiero di Enea - che, posizionata nell’omonima, notissima località turistica, è diventata subito un attrattore di grande successo. Invenzione felice e sublime del poeta risorgimentale Luigi Mercantini - che fa della contadinella saprese una sorta di “inviata speciale” ante litteram al seguito della spedizione di Carlo Pisacane e dei Trecento - la figura della Spigolatrice, cantata nei notissimi versi del poeta marchigiano, ha reso celebre, in Italia e nel mondo, la città di Sapri, contribuendo per anni, in modo decisivo, alle sue fortune turistiche. Generazioni di studenti delle scuole italiane di ogni ordine e grado, infatti, hanno letto, studiato e mandato a memoria “La Spigolatrice di Sapri” per oltre un secolo. Poi, grazie ad una serie di “riforme” didattiche che hanno cambiato e stravolto programmi, saperi e conoscenze, la poesia - con tanto altro - è scomparsa dai programmi scolastici e non si studia più neppure nelle scuole di Sapri.

Ballata di cinque strofe in endecasillabi in rima baciata con un distico di ripresa, “La spigolatrice di Sapri” fu composta qualche mese dopo il tragico epilogo della spedizione dei Trecento, per rievocare lo sfortunato tentativo compiuto da Carlo Pisacane, seguace di Mazzini, di liberare il Regno delle Due Sicilie dalla dominazione borbonica. Ma la sua spedizione non ebbe il successo sperato: nello scontro con l’esercito borbonico, nelle selvagge terre del Cilento interno, il 2 luglio 1857, Pisacane e 26 dei suoi compagni caddero sul campo.

Nel rievocare la sfortunata impresa, Mercantini - che aveva conosciuto Pisacane durante un comune soggiorno a Genova - la enfatizza conferendole quell’aura leggendaria che doveva poi conservare nell’immaginario popolare, tanto da far diventare “La Spigolatrice di Sapri” una delle liriche più conosciute e amate legate al Risorgimento. La figura della spigolatrice richiama il mondo popolare del Sud, quel mondo fatto di contadini e di braccianti che accolsero Pisacane senza averne ben compreso - anche perché non adeguatamente informati e preparati - la motivazione della sua venuta nel Mezzogiorno. Mercantini, con una straordinaria intuizione, adotta il punto di vista innocente di una giovane contadinella intenta alla spigolatura in un campo di grano e presente per caso allo sbarco, che incontra Pisacane e, rimanendone affascinata, segue il giovane condottiero e i suoi compagni e, come una cronista, ne descrive il percorso e ne racconta le vicende e la tragica fine.