Musica

La reunion degli Yres riparte da Eboli

Domani sera si ricompone la band che nel 2005 ha trionfato a Sanremo Rock

SALERNO. Basta un brindisi per ricominciare se la strada da fare insieme non si è ancora interrotta. Quelle degli Yres si sono incrociate vent'anni fa per poi dividersi, e ritrovarsi, pochi mesi fa, la notte di San Silvestro. In mezzo: cantine, concerti, sale prove, tour sfiancanti e palchi importanti come quello di Sanremo Rock sui cui la band ha vinto nel 2005.

Per celebrare questo ventennio in musica la band, domani sera (venerdì 17 marzo, ore 21) suonerà al Bar Fortuna di Eboli. Lo zoccolo duro della formazione è rimasto: alla voce c’è Bruno Di Donato, con Gianfranco Villano alla chitarra e Pasquale Palladino al basso. Al trio, si sono aggiunti, dopo vari cambi di line up, Dario Torsello alla chitarra e Michele Amoruso alla batteria. Tutti e cinque, domani sera si ritroveranno a vent'anni dal loro primo concerto che tennero il 6 aprile del '97, in piazza Teatro, a Campagna. «L'ingaggio era di 40mila lire in tutto»: ricordano i musicisti, tornati in sala prove dopo un lungo silenzio.

Dopo aver vinto Sanremo Rock, nel 2005, hanno fatto due tour nazionali, diventando molto richiesti per il mercato ma senza poi ottenere riscontri concreti. Hanno messo a ferro e fuoco l'italia, sempre in giro per concerti. Pur essendo rimasti nel sottobosco sono stati snobbati dall’undergound per via del successo nazionale. Hanno aperto Negroamaro, Litfiba, Bluvertigo e ottenuto l’alta rotazione di un brano il cui video è stato trasmesso da All Music. Il loro brano “48” fu escluso, nel 2008 dal Festival di Sanremo; dedicato al dramma dei padri separati, attraverso un tam tam sulla rete, è poi diventato l’inno delle associazioni risvegliando l’interesse della stampa nazionale. Spiegano: «Abbiamo sempre vissuto la musica intensamente. Scrivevamo racconti allegorici, con testi pieni di rimandi simbolici, leggevamo tanto. Poi, dopo 10 anni è arrivato finalmente il primo disco, con l'etichetta Wide di Teramo. Si provava tanto, si andava almeno tre giorni su sette in sala prove. Pensavamo quindi che quello sarebbe stato l'ultimo sforzo prima di proiettarci a un livello successivo. Ma non è successo, l'industria discografica è cattiva, soprattutto oggi che tv e radio si autoproducono i propri artisti» Oltre al disco del 2009, gli Yres hanno prodotto: “Dentro il parco...”, “Dubbio Iperbolico”, “L’erba cattiva non muore mai”, “Uno dei mondi possibili”. Ed hanno ancora tanti brani nel cassetto. (a. d. v.)