La preziosa guida dell’Archivio di Stato firmata da Cassese

Ricostruite nel testo le fatiche per il riordino e la salvezza dell’ingente patrimonio dopo i bombardamenti del 1943

di ALESSIO DE DOMINICIS

Nel cuore del centro storico di Salerno, in piazza Abate Conforti, c’è un edificio che si potrebbe paragonare al lobo frontale del cervello umano, quello preposto ai processi di apprendimento e memoria: è l’Archivio di Stato, meta obbligata per ricercatori e studiosi. Questo polo della memoria fu diretto e riorganizzato dal 1934 al 1960 da Leopoldo Cassese (1901-1960), che dopo decenni di lavoro impiegati al riordino dei materiali documentari e dei fondi là custoditi, pubblica un agile e prezioso strumento di lavoro per gli utenti: la “Guida storica dell’Archivio di Stato di Salerno”, Salerno, 1957, un volume afferente alla Collana Storico Economica del Salernitano della Camera di Commercio, curata dalla Società Salernitana di Storia Patria e dalla Società economica salernitana. Nella guida, che è nel contempo un manuale di storia degli archivi meridionali prima e dopo l’Unità d’Italia, Cassese fa precedere la schedatura dei materiali costituenti le 4 sezioni dell’archivio, da una lunga e articolata introduzione che ricostruisce, oltre le vicende legislative e organizzative degli istituti (meridionali soprattutto) anche le fatiche per il riordino e la salvezza del patrimonio in due date cruciali per la storia dell’Archivio: il 1934, data del trasloco nell’attuale edificio, e, “annus horribilis”, il 1943, con i bombardamenti alleati.

Nel 1934, con il completamento dell’attuale palazzo di Giustizia, l’Archivio viene trasferito da Palazzo d’Avossa, in via Botteghelle, all’edificio che aveva ospitato per almeno tre secoli uffici giudiziari (già Regia Udienza, poi Gran Corte Criminale, Tribunale Civile e Corte d’ Assise), e infatti l’attuale piazza Abate Conforti era ancora il “Largo delle Assise”. Tanta mole di lavoro ci volle per il neo-direttore Cassese, arrivato in quell’anno a Salerno dalla precedente sede dell’Aquila, per sistemare nei nuovi locali le oltre diecimila unità archivistiche allocate in “settantaquattro ambienti forniti di circa novemila metri lineari di scaffali …. L’archivio che ha offerto maggiori difficoltà nel riordinamento delle originarie serie che lo compongono è stato quello dell’Intendenza, a causa delle davvero pietose condizioni di disordine in cui era stato ridotto” (pag. 25). Riconoscendo i meriti dovuti al precedente storico direttore Paolo Emilio Bilotti, Cassese poi non lesina critiche allo scarso zelo e colpevole, deliberata distruzione, da parte degli addetti comunali, dei materiali dell’Archivio del Comune (pag.29). Con la modestia ch’è propria del grande studioso Cassese tace del suo impegno durante l’ultima guerra, profuso per la salvezza dell’Archivio, ma su questo ulteriore merito noi daremo voce al suo grande amico Pietro Laveglia che curò la voce Cassese per il Dizionario Biografico Treccani: “..Quando nell’estate del 1943 le operazioni belliche investirono direttamente, con tutta la loro violenza, Salerno e la provincia, il C. ebbe una sola preoccupazione, quella di mettere al sicuro dai bombardamenti e dalle distruzioni i materiali archivistici affidati alle sue cure. Terminata la guerra, partecipò attivamente all’opera di ricostruzione, organizzando mostre documentarie, dibattiti, conferenze, ridando vita ad alcune riviste locali, come la Rassegna storica salernitana o riprendendo vecchie testate come Il Picentino che era stato l’organo della Società economica salernitana. Frattanto il suo lavoro di storiografo si approfondiva e allargava all’esame critico degli scarsi documenti della Scuola medica salernitana, sopravvissuti nel tempo..”. Ancora una prova di sapiente modestia Cassese ci porge con le sue parole, nel congedare quell’ammirevole opera di sistemazione archivistica: “A una pubblicazione quasi perfetta, ma di là da venire ed anche incerta, abbiamo preferito, nell’illusione di non esserci sbagliati, questa nostra, imperfetta, forse, ma che ha il pregio di essere una tangibile realtà”. (pa.32). Allo studioso, al ricercatore, allo studente o a quanti siano alla ricerca di documenti, iconografie o riferimenti sicuri per la loro materia di interesse, maggiori e più aggiornati e sofisticati strumenti si offrono oggi, che non questa vecchia “Guida” di Leopoldo Cassese, ma l’immane lavoro di riordino che egli per decenni portò avanti, e con mezzi assai più ridotti di quelli attuali, ci porta a considerare questo libro come un monumento alla conservazione della memoria storica e, implicitamente, al valore umano del grande intellettuale. Leopoldo Cassese Archivista e organizzatore di cultura è il titolo dei Seminari di studio in occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa (L’Aquila, 18 giugno 2010-Salerno, Atripalda (AV), 29 ottobre 2010) pubblicato nel 2011 dalla Direzione Generale per gli Archivi, facilmente reperibile sulla rete. A questa lettura invitiamo chi voglia approfondire la conoscenza della vita e dell’opera di Leopoldo Cassese.

©RIPRODUZIONE RISERVATA