CINEMA

«La Paranza dei bambini non è diseducativo»

I protagonisti del film di Giovannesi, Orso d’argento alla Berlinale, hanno incontrato all’Università i ragazzi salernitani

«Il nostro film trasmette valori positivi e negativi, ma tutto dipende da chi lo guarda. Gli spettatori capiranno cosa non devono emulare». Stanno muovendo solo i primi passi nel mondo del cinema, ma gli interpreti della “Paranza dei bambini”, il film di Claudio Giovannesi basato su un soggetto di Roberto Saviano, non hanno timore di lanciare un messaggio ai più giovani. Quattro i protagonisti del lungometraggio che sono stati ospiti dell’Università di Salerno per un incontro con i ragazzi di scuole medie e superiori, organizzato dall’associazione Forma Mentis.

Gli studenti, dopo aver assistito alla proiezione, hanno rivolto alcune domande agli attori: Pasquale Marotta, Ar Tem, Carmine Pizzo e Alfredo Turitto si sono soffermati sulla loro prima esperienza sul grande schermo, che potrebbe fungere a tutti gli effetti da trampolino di lancio per una futura carriera nel cinema. Un percorso lungo, ricordano, che ha richiesto un notevole impegno in circa otto mesi di casting. I provini hanno visto la partecipazione di 4mila aspiranti attori. «Nessuno di noi se lo aspettava », confessano i quattro, che hanno interpretato un gruppo di 15enni del Rione Forcella alle prese con soldi, potere e criminalità, in un contesto che non ha riguardo neppure della tenera età dei protagonisti. Un racconto duro e a tratti spietato, valso l’Orso d’Argento per la migliore sceneggiatura al Festival di Berlino 2019. Portarlo in scena, sottolineano i ragazzi, è stato difficile ma allo stesso tempo appagante.

«Calarsi in questa realtà è stata un’esperienza bellissima. – dice Pasquale Marotta, che nel film presta il volto al personaggio di Agostino Striano – È un contesto un po’ diverso dal normale ma interpretare questi ragazzi, pensare a come agiscono, a come ragionano, è stata una cosa pazzesca. Per la recitazione è stato importante ciò che abbiamo visto con i nostri occhi. È una realtà vissuta ogni giorno, potevamo descriverla e l’abbiamo trasferita nel film». Inevitabile il richiamo a una serie cult come “Gomorra” e le polemiche divampate intorno a contenuti televisivi e cinematografici che, per una parte della critica e dell’opinione pubblica, rischiano di valorizzare gli anti-eroi e spingere all’emulazione.

Ma per Ar Tem (alias Tyson), la correlazione con i fatti di cronaca, che quotidianamente si verificano nei territori più disagiati, è solo relativa: «Tutto dipende dal ragazzo che guarda il film. Se è intelligente, non imita quello che vede, perché comunque è una finzione. Se ad esempio vedi un film di Spiderman, ti butti di sotto? Il film mostra che ogni scelta nella vita ha delle conseguenze. Per i protagonisti non sono positive, ci vanno a perdere. Se vedi gli sbagli degli altri e ci rifletti sopra, poi non li ripeti». Carmine Pizzo, che interpreta Limone, consiglia ai più giovani «di non prendere la strada del film, che è quella sbagliata. Il recupero e la redenzione ci sono sempre nella vita, dipende dalla volontà e dalla realtà in cui viviamo. Penso che siamo un po’ rovinati, soprattutto i ragazzi della nostra età. Ma non è colpa dei film e delle serie, loro sono già così. Bisogna credere in noi stessi».

Della grande occasione di recitare ne “La paranza dei bambini” parla Alfredo Turitto (Biscottino): «È una grossa responsabilità e anche un’esperienza importante, abbiamo iniziato bene. Speriamo ci chiamino per altri casting, siamo solo all’inizio. Se ci saranno altre occasioni, sarà ancora meglio. Il messaggio del film? In fondo descrive solo un’amicizia immensa. Ognuno può pensarla come vuole, ma devono essere trasmesse le cose positive, perché si tratta di ragazzi come tanti».

Francesco Ienco