completato il restauro

La Grande Pompei spalanca le porte della casa dei mosaici

Una nuova domus pompeiana viene restituita al pubblico. La Casa dei Mosaici Geometrici (Regio VIII), così denominata per la ricca decorazione pavimentale con mosaici a tessere bianche e nere su...

Una nuova domus pompeiana viene restituita al pubblico. La Casa dei Mosaici Geometrici (Regio VIII), così denominata per la ricca decorazione pavimentale con mosaici a tessere bianche e nere su motivi a labirinto e a scacchiera, apre al termine degli interventi di restauro. Si tratta, fa sapere la Soprintendenza, di una delle più grandi domus di Pompei con più di 60 ambienti su una superficie di 3000 metri quadrati e una scenografica disposizione a terrazze panoramiche. La casa è stata oggetto, assieme al Comitium e agli edifici municipali che affacciano sul Foro, anch'essi restituiti al pubblico, di interventi di restauro degli apparati decorativi nell'ambito del Grande Progetto Pompei.

Oggi, alle 11, la casa e gli altri edifici civili restaurati saranno mostrati in anteprima alla stampa e gli interventi e le relative indagini archeologiche dalle interessanti novità scientifiche saranno illustrati dal direttore generale]Massimo Osanna.

Torna, dunque, ad essere visitabile un altro pezzo di quella Pompei negata per decenni: il cuore della città romana, nell’area meridionale del Foro, la piazza porticata che era il cuore della vita politica, economica e religiosa della colonia romana conquistata da Silla nell’89 avanti Cristo e perciò consacrata a Venere. Vie le transenne da tutto il lato sud del Foro con parte della Casa di Championnet e con la Casa dei Mosaici geometrici che si apre su Via delle Scuola.

E riapre anche il complesso degli edifici municipali che occupano il lato meridionale del Foro. Ecco il Comitium, l’edificio che occupa l’angolo sud-est della piazza nel quale ogni anno si svolgevano per scegliere i magistrati cittadini. Riapre poi la serie dei tre edifici affiancati che aprono direttamente sul Foro, dove aveva sede l’amministrazione pubblica: il Tabularium, l’archivio della città, circondato da un’intercapedine per isolarlo dal resto degli edifici a protezione dal rischio incendi; poi la Curia, la sede dove si riuniva il senato locale, edificio con gli alloggiamenti delle sedute per ospitare i membri della Curia; infine, l’Edificio dei Duoviri che ospitava i magistrati che governavano Pompei: anche qui sono stati condotti saggi di scavo che hanno portato all’individuazione di una serie di botteghe nello strato più profondo risalenti al III e al II secolo avanti Cristo.

Queste strutture vennero poi distrutte per far spazio al lato meridionale del portico in tufo che collegava la Basilica con il Comitium.